
Spaccio sul lungolago. Il sindaco: emergenza. Scattano più controlli
"Amico, vuoi la roba buona? Che ti serve?". In pieno giorno, davanti a tutti, sul lungolago e il lungofiume del Olginate, come se fosse il bosco di Rogoredo a Milano o la Rambla di Barcellona. A porre la domanda a passanti e turisti e importunarli sono spacciatori sfacciati come mai prima. E poi, oltre allo spaccio, ci sono le risse in centro, anche queste alla luce del sole, per banalità, con una violenza e una aggressività che in passato non si era mai registrata. "È come se ci fosse stato un imbarbarimento nei comportamenti di alcune persone", commenta il sindaco Marco Passoni (nella foto), a cui il prefetto di Lecco Sergio Pomponio e il colonnello Alessio Carparelli, comandante provinciale dei carabinieri, hanno promesso più controlli dopo che si è rivolto a loro per palesare le preoccupazioni sempre crescenti dei cittadini che rappresenta. Ma intanto alcuni commercianti esasperati, hanno avviato una petizione per chiedere più sicurezza.
I numeri e le statistiche indicano che, proprio grazie ai controlli, si registra una generale flessione almeno dei reati predatori, soprattutto dei furti in abitazione. "Tuttavia – ammettono dalla Prefettura – sussiste un’esigenza di ulteriore intensificazione dei servizi finalizzati al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, che continua ad inquadrarsi come fenomeno fortemente attenzionato e radicato in un mercato estremamente dinamico, connotato da una sempre crescente domanda da parte dei consumatori, anche di giovane età".
Da qui la rassicurazione di più controlli, sfruttando anche le telecamere del sistema di videosorveglianza comunale, che funzionano bene. I vertici delle forze dell’ordine chiedono tuttavia una mano: "Si è evidenziato che per un’efficace azione di contrasto, risulta essenziale, in chiave collaborativa, la segnalazione tempestiva dei singoli episodi, rilevati da parte dei cittadini alle competenti autorità di pubblica sicurezza", al posto che al sindaco, è il sottinteso non scritto né detto, poiché in tanti invece preferiscono rivolgersi direttamente al primo cittadino, che è vicino a loro e li ascolta, senza bisogno di andare a far la fila in caserma.