Ai domiciliari, spacciava dalla finestra davanti ai figlioletti: coniugi arrestati

Endine, blitz dei carabinieri: cocaina nascosta dentro gli ovetti Kinder di MICHELE ANDREUCCI

Una dose di cocaina

Una dose di cocaina

Endine, 21 maggio 2016 - Nonostante fosse agli arresti domiciliari nella sua casa di Endine, grazie all’aiuto della moglie continuava a spacciare droga, incurante della presenza dei loro figli di 7 e 10 anni. I due coniugi, entrambi marocchini, 41 anni lui, con numerosi precedenti per spaccio, 30 anni lei, incensurata, sono stati arrestati giovedì sera intorno alle 21 dai carabinieri di Sovere, che da tempo tenevano d’occhio la loro illecita attività.

Il blitz ha rischiato però di saltare: i militari, intorno alle 21, si erano appostati in abiti civili sotto l’edificio di via Tonale, dove abitava la coppia, subito dopo che la donna, in un piazzale poco distante dallo stabile, aveva ceduto una dose di coca ad una ragazza e aveva fatto rientro nell’appartamento. Ad un certo punto, dall’ingresso del palazzo è uscito un residente che, alla vista degli investigatori dell’Arma in borghese, si è spaventato e ha iniziato a urlare: «I ladri, ci sono i ladri».

I carabinieri lo hanno bloccato prima che lo spacciatore marocchino potesse sentire le invocazioni d’aiuto e gli hanno spiegato perché erano lì. Quindi hanno raggiunto l’alloggio dei due coniugi. Una volta all’interno, hanno rinvenuto 6 grammi di cocaina, nascosti in un ovetto Kinder. Alla vista dei carabinieri, la donna si è sentita male ed è stato necessario chiamare un’ambulanza. Prima di adagiarsi sulla barella, la 30enne ha chiesto con insistenza di poter indossare un maglione, attirando la curiosità dei militari, che in una manica del maglione hanno rinvenuto un altro ovetto Kinder con all’interno altri 5 grammi di sostanza stupefacente. Secondo quanto accertato dagli investigatori, la coppia si era ben organizzata: l’uomo contattava i clienti al telefono e inviava poi la moglie a portare la cocaina e a ritirare il denaro nel piazzale che c’è a pochi metri di distanza dalla loro abitazione. Lui seguiva le mosse della donna dal balcone di casa, ma a volte, non potendo uscire per via degli arresti domiciliari, cedeva lo stupefacente dalla finestra del soggiono dell’appartamento, che si trova al primo piano dell’edificio. I carabinieri hanno altresì accertato che, nonostante guadagnassero parecchi soldi spacciando droga, marito e moglie erano stati sfrattati perché non pagavano l’affitto e che entro 15 giorni, una volta terminati gli arresti domiciliari del 41enne, avrebbero dovuto trasferirsi in un altro alloggio, a Casazza, trovato con l’aiuto del sindacato dell’Unione Inquilini.

Dopo aver saputo dell’arresto, la proprietaria dell’appartamento, che risiede a Endine, ha deciso di fare marcia indietro, restituendo i soldi già ricevuti. I due ieri mattina sono stati processati per direttissima: l’uomo è rimasto ai domiciliari, la moglie è stata invece rimessa in libertà con l’obbligo di presentarsi ai carabinieri di Endine quattro volte la settimana, il lunedì, mercoledì, venerdì e sabato. Il dibattimento riprenderà il 21 settembre prossimo.