Simone si fece giustizia da sé: dopo un secolo è quasi un idolo

Bergamo, spuntano gli adesivi dedicati al killer di Cornello

Le esequie delle vittime

Le esequie delle vittime

Bergamo, 2 novembre 2017 - L'immagine di un volto baffuto. Poche parole: «Simone Pianetti (1858 - ...) Uno in ogni paese!». Adesivi affissi a Bergamo, a Colere, nell’alta Val di Scalve, in centri della Val Seriana. Un uomo. Una strage. Una sorta di leggenda popolare che resiste a distanza di 103 anni dalla mattina di sangue del 13 luglio 1914 quando Simone Pianetti esce di casa imbracciando un fucile. Fra Camerata Cornello e San Giovanni Bianco fredda sette persone, benpensanti, simboli dell’autorità che considera responsabili a vario titolo del fallimento della sua osteria con sala da ballo e di quello di un mulino elettrico, delle ambizioni politiche quando si è presentato alle elezioni per il comune in una lista laica, di torti privati, di pettegolezzi che lo hanno colpito.

L'adesivo
L'adesivo

Che spiegazione dà a questi adesivi?

«La scritta ‘Viva Pianetti. Ce ne vorrebbe uno in ogni paese’ viene tracciata sui muri della zona già nell’immediatezza. La storia di Pianetti, con il mistero della sua fine, è rimasta nella tradizione popolare. Il mio libro l’ha rivitalizzata. Il gruppo metal rock bergamasco Folkstone l’ha fatta conoscere ai più giovani con il brano ‘Simone Pianetti’, uscito cinque anni fa. Può darsi che in tempi come questi, di crisi, disoccupazione, insicurezza, sfiducia nelle istituzioni, si veda in Pianetti una sorta di giustiziere, di liberatore, uno che mette a posto le cose. Si fa per dire, ovviamente».

Lo ha sperimentato di persona? “

«Mi capita di trovare persone che quando sentono che sono un Pianetti mi dicono che ce ne vorrebbero di Pianetti anche oggi».

Viene visto come un esempio di giustizia fai da te?

«Può essere. In televisione ascoltiamo gente che si sente oppressa, è scontenta, lamenta una mancata giustizia o la lentezza della giustizia, non si sente tutelata e non crede più nelle istituzioni. Può darsi che ci sia ancora chi guarda a Pianetti come a un giustiziere. D’altra parte, il dibattito sulla sua figura inizia a pochi giorni dal fatto: c’è chi lo considera solo un assassino e chi un poveruomo esasperato, disperato, che alla fine esplode».