MILLA PRANDELLI
Cronaca

Rallenta la frana sul lago d’Iseo. Ok ai fondi per gli allarmi acustici

Tavernola Bergamasca: per ora il pericolo è scongiurato, ma le Forze Armate sono pronte a intervenire

Tavernola Bergamasca (Bergamo) - Sul lago d’Iseo potrebbe essere necessario l’intervento delle Forze Armate a scopo preventivo e in preparazione degli interventi da effettuare nel caso in cui la frana da oltre due milioni di metri cubi che incombe su Tavernola Bergamasca dovesse abbattersi al suolo e nel lago. Al momento il pericolo sembra scongiurato. Se il 23 febbraio i sistemi di rilevazione della massa di rocce, terra e detriti che si trova sopra il cementificio Italsacci e sopra alcune abitazioni, hanno iniziato a rilevare movimenti in accelerazione arrivati a diversi millimetri al giorno, ora l’enorme paleofrana ha decisamente rallentato, facendo passare il codice di allerta da giallo a bianco.

"Come Ispra riteniamo fondamentale il coinvolgimento delle Forze Armate, sia in misura preventiva, prima che si superino le soglie di attenzione, sia in caso di crisi – ha spiegato ieri il ricercatore di Ispra Alessandro Trigila ai membri delle Commissioni riunite Difesa e Ambiente della Camera -. La frana ha avuto un significativo rallentamento negli spostamenti e velocità". Al momento il lavoro di prevenzione è svolto dalla Regione Lombardia. "Regione Lombardia ha lavorato alacremente con i Comuni e con le Comunità Montane per l’allestimento dei piani di emergenza – ha continuato Trigila – non solo: ha già stabilito finanziamenti tra cui quello che doterà Tavernola Bergamasca di allarmi acustici".

Il professore Nicola Casagli presidente dell’Istituto Superiore di Oceanografia e Geofisica alle commissioni ha sottolineato che ora la frana ha rallentato e che un "collasso incombente è scongiurato. La situazione resta critica per le dimensioni". Secondo il geologo il problema è rappresentato dalla scelta fatta a inizio Novecento su un "canale di scivolamento chiamato in gergo tecnico franapoggio. Una cava di così grande dimensioni a cielo aperto in un versante incombente sul lago è stata una scelta estremamente sbagliata, frutto di quei tempi". Entrambi gli studiosi hanno sottolineato la necessità, da parte del cementificio che secondo gli studi potrebbe essere coinvolto nella frana di bonificare l’area dai rifiuti inquinanti. Immediate rassicurazioni sono arrivate dal direttore dell’impianto Simone Cantiani. "Per quanto riguarda il tema ambientale – ha rimarcato - i rifiuti pericolosi sono stati conferiti a soggetti autorizzati. Quelli non pericolosi saranno smaltiti entro oggi".