Sesso con lo studente di 13 anni, la prof patteggia ed evita il carcere

Bergamo, la 40enne ha versato 5mila euro alla famiglia del ragazzino

La donna è stata ascoltata in Tribunale a Bergamo

La donna è stata ascoltata in Tribunale a Bergamo

Bergamo, 28 novembre 2018 - Era successo prima dell’estate. A metà giugno, quando le lezioni a scuola erano già finite. All’improvviso, trapela la notizia: la prof e l’allievo sono ‘«innamorati». Lei ha 40 anni, insegnante delle medie di un comune della provincia di Bergamo, due figli piccoli, un matrimonio finito alle spalle. Lui, un ragazzino (alcuni giorni dopo ha compiuto i 14 anni) alle prese con gli esami di terza e la scelta dell’indirizzo per le superiori. La «relazione» è finita, capitolo chiuso, e ieri si è conclusa anche la vicenda giudiziaria dell’insegnante, indagata per atti sessuali con minori, e terminata con un patteggiamento a un anno e undici mesi, accolto dal giudice Maria Luisa Mazzola. Alla donna sono stati anche concessi i benefici della sospensione condizionale della pena. A parte i domiciliari già scontati, non vedrà il carcere. Inoltre è stata riconosciuta la «lieve gravità dei fatti». Ai genitori del ragazzo, assistiti dall’avvocato Gianluca Quadri, l’insegnante ha provveduto a versare 5mila euro, come gesto di buona volontà e non come risarcimento del danno. Quel gruzzolo servirà per i suoi studi (ha iniziato il primo anno delle superiori). La professoressa, difesa dall’avvocato Roberto Giannì, nel frattempo continua il suo personale percorso di riabilitazione con uno psicologo.

La vicenda era venuta a galla dopo che i genitori del ragazzo, insospettiti dalle continue uscite pomeridiane del figlio, lo avevano messo alle strette e lo avevano convinto a confessare la relazione con l’insegnante (a scuola, invece, nessuno si era mai accorto di quello che stava accadendo). È così che la Procura riceve una segnalazione dettagliata e precisa. Alla polizia, incaricata con discrezione delle verifiche, sono bastati pochi giorni d’indagine per arrivare a risultati concreti che hanno portato la docente ai domiciliari. Si erano innamorati, professoressa e studente. Così avevano raccontato. Si incontravano fuori dall’orario di lezione. Si chiamavano «amore» nei messaggini intimi custoditi nei rispettivi smartphone. Tutto documentato con pedinamenti e intercettazioni nei verbali della polizia che ha seguito ogni loro spostamento. 

Quella fra l’insegnate di 40 anni e il ragazzino era anche una storia di «sentimenti». Lei stessa, in lacrime, lo aveva spiegato davanti al gip nell’interrogatorio di garanzia. Aveva raccontato di come si rendesse conto di fare una cosa sbagliata. «L’ho detto anche a lui», ha detto agli inquirenti quando la incalzavano con le domande. Ma era stata lei la prima a non riuscire a fermarsi. «Mi ero innamorata del ragazzo – aveva spiegato candidamente ai magistrati -. Ho perso la testa anche perché era un momento difficile della mia vita». E qui, il riferimento alla separazione, alle difficoltà in famiglia. I due erano stati seguiti e si era accertato che si appartavano nell’auto di lei. Le intercettazioni hanno confermato i sospetti sul tenore degli incontri. Dalle indagini, però, non era emersa nessuna costrizione. Ora la conclusione: lui che frequenta le superiori, ambiente nuovo, stimoli nuovi, altre amicizie, e che probabilmente avrà l’occasione di dimenticare; la sua prof che cerca di ritrovare se stessa. Lontano da quella vicenda.