
La manifattura Ariete in Val Gandino
Gandino (Bergamo), 1 maggio 2018 - L’industria gandinese della lana potrebbe ritornare in attività grazie al progetto di marketing territoriale “Val Gandino smart land”, finanziato dalla Provincia di Bergamo sotto la spinta dei cinque Comuni della Valle, dalle associazioni dei territori di promozione e tutela del pastoralismo e di valorizzazione locale e dai musei, con lo scopo di rimettere in moto gli ingranaggi della filiera produttiva della lana.
Per il momento sono stati stanziati 10mila euro. Ma in che cosa consistente esattamente questo progetto? L’obiettivo principale è creare delle cooperative di lavoratori, delle vere e proprie piccole-grandi aziende che rilancino la manifattura della lana nella zona. Si chiamerà «Lana della Val Gandino» e sarà la prosecuzione dell’attività svolta, fino ad oggi, dalla Manifattura Ariete (attualmente in liquidazione), volta a preservare il patrimonio artigianale, altamente specializzato e unico in tutta Italia, mantenere i posti di lavoro e creare un futuro nella Valle.
«Il progetto sviluppato, presentato e messo in campo dai Comuni della Valle, è socialmente innovativo e utile alla piena ripresa dell’attività produttiva della filiera della lana - dichiara il presidente della Provincia di Bergamo, Matteo Rossi - per queste ragioni, la Provincia ha deciso di supportare, anche economicamente, il progetto, invitando il pubblico a sostenere una quota di capitale sociale». Storicamente, infatti, la Val Gandino era legata alla produzione e all’elaborazione della lana e la storica “via della lana”, la secolare mulattiera nonché varco per i mercati mitteleuropei del commercio dei pregiati pannilana prodotti in loco, ne è un esempio, tanto che sulla medesima strada sarà realizzata la “Casa della lana bergamasca”. Tra i vari progetti collegati, che prenderanno vita nel corso del 2018, sarà istituita l’associazione Omnes in Unum e una collezione per un progetto di moda donna e uomo.
Dal punto di vista turistico, invece, si punterà a valorizzare il turismo culinario con prodotti tipici locali: protagonista la carne di pecora bergamasca, il mais spinato di Gandino e il fagiolo di Clusven. «Puntiamo ad investire nella formazione e valorizzazione di stilisti e di product manager locali, come valore aggiunto al progetto di rilancio della filiera della lana», sottolinea Filippo Servalli, vicesindaco del Comune di Gandino e coordinatore del progetto.