REDAZIONE BERGAMO

Prestavano denaro a tassi di usura Arrestati in tre

Bergamo, tra i fermati dalla Finanza anche un commercialista

Prestavano denaro con un interesse del 7%. Nei guai per usura un commercialista 62enne di Verdellino, N.B. già noto alle Fiamme gialle che lo avevano arrestato per bancarotta e reati fiscali. Oltre a lui, in carcere anche un 47enne imprenditore originario di Casoria (Napoli), P.D.A. residente a Bergamo, gravato da diverse denunce per reati contro la persona e il patrimonio, mentre una terza persona, un 50enne di Urgnano, A.F. e residente a Castellammare di Stabia, con precedenti per bancarotta e reati tributari, è finita ai domiciliari. La vittima dell’usura e il commercialista erano stati arrestati per reati commessi fra il 2016 e il 2017. Il provvedimento è stato firmato dal gip Massimiliano Magliacani, su richiesta del sostituto procuratore Emanuele Marchisio. Sequestrati assegni per 170mila euro e anche una pistola. Le indagini da parte della GdF scattano nel settembre del 2020 grazie alla testimonianza, raccolta dai militari, di un ragioniere della Brianza finito nella morsa dell’usura. Da quanto è stato ricostruito, l’uomo nel febbraio 2019, si sarebbe rivolto al commercialista per sapere se conosceva qualcuno che gli poteva prestare 80mila euro. Il commercialista gli presenta gli altri due indagati. Il prestito si può avere, ma a fronte di un tasso d’interesse pari al 7% mensile e il rilascio, a titolo di garanzia, di 8 assegni in bianco, ciascuno da 10 mila euro. Dopo la restituzione delle prime rate, per un totale di circa 50 mila, a seguito delle difficoltà finanziarie, il ragioniere è stato più volte minacciato dagli strozzini che hanno iniziato a pretendere sempre maggiori interessi, esigendo ulteriori 90 mila euro. Per ottemperare alle pressanti richieste, la vittima è stata costretta a consegnare un assegno di tal importo al commercialista che fungeva da intermediario. Le indagini, condotte con intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione, pedinamenti, accertamenti bancari e perquisizioni hanno consentito di raccogliere concreti elementi probatori nei confronti dei tre indagati e di sequestrare tutti gli assegni, per 170 mila euro, emessi dall’usurato, nonché una pistola con relative munizioni, già oggetto di furto. F.D.