
La frana a Piazza Brembana
Bergamo, 27 novembre 2019 - Una buona notizia c’è: non ci sono né feriti né sfollati. L’unica, nella complicata notte di Piazza Brembana, dopo lo spaventoso crollo che verso le 21 di lunedì sera si è portato via 50 metri di strada in via Locatelli: 300 metri cubi di terra e cemento scivolati improvvisamente per otto metri, prima di invadere la sottostante via Tiro a Segno, dove si trova l’ex sedime della ferrovia ed il deposito dei pullman di linea della Sab. Le ricerche e i primi lavori di messa in sicurezza sono andati avanti fino alle 4 del mattino. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del comando provinciale di Bergamo, i carabinieri di Piazza Brembana e Branzi. In campo anche il cane Layla, un border collie appartenente al gruppo cinofilo alpini Argo, vincitore di campionati del mondo di ricerca. Al lavoro per rimuovere i detriti e cantierizzare l’area l’impresa edile Do.Ro. di Piazzatorre. A lanciare l’allarme è stato un residente, Pier Martino Dominoni: stava chiudendo il bar gestito dalla moglie quando ha sentito il boato della frana. Ovviamente non è stato l’unico a riversarsi in strada, scosso dal frastuono che ha spezzato il silenzio del paese: 1.220 abitanti nel cuore della Valle Brembana.
« Procediamo con l’ordinanza di sgombero della sede della Comunità Montana – ha commentato il sindaco Stefano Ambrosioni, in costante contatto anche con Prefettura e Protezione Civile -, poi con il ripristino del collegamento tra la parte alta e bassa del paese. Una zona peraltro molto frequentata, quella interessata dal crollo. Via Locatelli è stata chiusa al transito (e probabilmente lo resterà a lungo). Interdetto alla circolazione anche il vecchio ponticello in pietra sovrastante la via Tiro a Segno. Verso mezzogiorno i tecnici dell’Utr (Ufficio Territoriale Regionale) hanno incontrato l’ingegnere strutturista del Comune Enrico Salvetti, per fare il punto della situazione e studiare le varie fasi dei lavori. Non solo: sull’accaduto il pubblico ministero Chiara Monzio Compagnoni aprirà un fascicolo con l’ipotesi di crollo colposo per valutare eventuali responsabilità. Il sindaco di Piazza Brembana, appena insediato, ha fatto sapere di avere chiesto all’ufficio tecnico del Comune una «valutazione generale del territorio», dalla quale non sarebbero emerse situazioni di particolare criticità. Per il momento si sa che il tratto di carreggiata crollato poggiava su un muro di cemento armato, realizzato a fine anni Sessanta. A tal proposito, si ipotizza che a danneggiare l’opera muraria possano essere state le infiltrazioni d’acqua. Del resto i numeri dell’ultimo rapporto Ispra sulla Bergamasca sono chiari: 385,2 chilometri quadrati (sui 2.746 del totale) considerati a rischio frane: 244,9 a rischio molto elevato, 91,4 elevato e 48,9 medio. Trentasei i comuni più esposti, per un totale di 4.075 famiglie interessate (pari allo 0,9 per cento). Non solo: a forte rischio, sempre secondo i dati dell’Ispra, vi sono anche 4.162 edifici, 802 aziende e 67 beni culturali. Dalla terra che frana al pericolo dell’acqua che esonda. Il rischio alluvioni riguarda 256,6 chilometri quadrati della provincia: 111,3 dei quali considerati a rischio elevato. Comprendono 9.505 famiglie (il 2,1 per cento del totale), ma anche 4.660 edifici, 2.288 imprese e 124 beni culturali. «Se il Governo vuole davvero investire sulla prevenzione del dissesto idrogeologico e sulle manutenzioni straordinarie tolga l’iva su questo tipo di lavori o almeno la parifichi a quella degli interventi per abbattimento delle barriere architettoniche al 4%» aveva commentato pochi giorni fa il presidente della Comunità Montana della Valbrembana, Jonathan Lobati. © RIPRODUZIONE RISERVATA