Operatore turistico morto in Kenya, trovato sgozzato in casa. E' giallo

Quarantenne bergamasco viveva e lavorava a Watamu da 15 anni di Bruna Bianchi

Andrea Maffei in uno scatto in Kenya postato sulla sua pagina Facebook. Il tour operator viveva a Watamu

Andrea Maffei in uno scatto in Kenya postato sulla sua pagina Facebook. Il tour operator viveva a Watamu

Bergamo, 6 luglio 2015 - La sua pagina Facebook si è riempita in poche ore di commenti stupiti e addolorati al sapere che è morto. La notizia è arrivata in Italia sabato notte da un amico che ha avvertito i familiari, confermata subito dopo anche dalla Farnesina: Andrea Maffi, 40 anni, è stato trovato senza vita nella sua casa di Watamu, un paradiso naturale a metà strada tra Malindi e Mombasa, in Kenya. Era nativo di Villongo, in provincia di Bergamo, e viveva da quasi 15 anni in Africa, una terra che amava davvero tanto se tanto amore è riuscito a trasmettere ai turisti, soprattutto italiani, che con lui hanno fatto un campo Safari o un tour tra animali selvatici, villaggi e mare cristallino.

Era da giorni che nessuno riusciva a comunicare con lui. È stato infine un amico di Watamu ad entrare in casa sua e trovarlo in una fossa settica con la gola squarciata da una coltellata. Il suo corpo è stato portato a Mombasa per l’autopsia cheAndrea Maffei viveva a Watamu, in Kenya escluderà anche le prime voci di malore improvviso comunicate ai familiari. Rapina? È una delle ipotesi nel caso si trattasse di omicidio. Ma ci sono anche altre piste che la polizia sta vagliando, compresa quella della relazione recentemente allacciata da Maffi. Gli italiani che vivono a Watamu sono scossi e di rapine non vogliono neppure parlare. «Non è una zona più pericolosa delle città italiane».

L’ultimo post su Facebook di Andrea Maffi è del 30 giugno. Come i precedenti, cerca di allontanare lo spettro del terrorismo dal Kenya dopo le vicende tunisine, confermando che il paese non è stato inserito dal ministero degli Esteri tra quelli ad alto rischio di attacchi. La crisi era innegabile e Maffi stava lavorando sodo per gli alberghi e riuscire a fare arrivare i turisti come aveva fatto per tanti anni e che adesso invece erano spaventati dal continente africano e da schegge impazzite che portano la morte fino in spiaggia.

E mentre cercava di togliere le paure di inesistenti attacchi terroristici, il tour operator bergamasco ha perso la vita. Maffi era un bel ragazzo, affettuoso e cordiale. Politicamente era schierato col popolo curdo, e non ne faceva mistero. Era considerato amico, benvoluto ed esperto dei Safari da tutti quelli che l’hanno conosciuto. Lo descrivono così, come un ragazzo per bene, che aveva investito tanto nell’Africa perché tanto gli piaceva viverci. Da ragazzo aveva iniziato lavorando come animatore turistico tra Mombasa e Malindi fino a dedicarsi completamente alle vacanze dei turisti e alla magia dei campi safari. Era diventato responsabile di tour organizzati e faceva la spola con l’Italia, fino al silenzio che fanno risalire la morte ad alcuni giorni fa. La famiglia di Andrea, il padre Antonio e il fratello Marco, sono in partenza per Mombasa. Sapranno cos’è successo dalla polizia scientifica che ha avviato l’indagine e dai medici legali che hanno compiuto l’autopsia.