Non dava da mangiare alla figlia. Chiesta condanna a due anni

Como, l’avvocato sostiene che agì "per amore della ragazza" .

Una condanna a 2 anni: è quanto chiesto ieri dal pm, al termine del processo nel quale è imputata per maltrattamenti una donna di 54 anni, che avrebbe imposto alla figlia, all’epoca sedicenne, un regime alimentare basato su privazioni alimentari. La donna, a suo tempo indagata dopo la denuncia nel 2019 dalla zia della ragazzina, ridotta "gravemente sottopeso", per un periodo era stata raggiunta da una misura cautelare di allontanamento dalla casa familiare. La madre, a chiusura delle indagini, ha poi deciso di andare a processo per mettere in discussione l’accusa. Quello stretto regime dietetico portato avanti per mesi, basato solo su cibi leggeri, come passati di verdura, insalata e carote, pochissima frutta perché conteneva zucchero, e molti insulti ogni volta che la obbligava a salire sulla bilancia, non era imposto anche al figlio maschio di qualche anno più piccolo, ma solo alla ragazza.

Durante le indagini erano anche stati acquisti alcuni sfoghi registrati dalla ragazza, che era arrivata anche a cercare cibo di nascosto e chiedere aiuto ai parenti. "Non è giusto condannare la mamma per avere amato troppo la figlia – ha detto l’avvocato nell’arringa – perché questa donna ha solo fatto il bene della figlia, motivo per cui il reato di cui è accusata non esiste. Esiste una famiglia che, grazie al lavoro di mantenimento dell’equilibrio fatto dal padre, ha fatto miracoli per stare insieme". Paola Pioppi