Nel sangue di Angelo Bonomelli c’era una quantità di Rivotril approssimativamente vicina a quella di un intero flacone, dieci volte superiore alle dosi assunte per il normale uso terapeutico. Un sovradosaggio che unito alle condizioni fisiche di una persona di 80 anni, com’era la vittima, lo ha ucciso. La stima è dell’anatomopatologo Matteo Marchesi, "pur non essendo possibile con l’autopsia calcolare il numero esatto di gocce, la quantità somministrata è elevata, perché ci approssimiamo al contenuto di un flacone". Il medico legale, autore dell’esame autoptico, lo ha dichiarato ieri all’udienza del processo per omicidio volontario aggravato dai futili motivi che vede imputati (tutti in carcere) Matteo Gherardi, 34 anni, di Gaverina; il padre Rodolfo, 69 anni, di Gaverina; l’allora compagna Jasmine Gervasoni, 25, di Sedrina; e l’amico Omar Poretti, 26, di Scanzorosciate.
CronacaNel sangue di Bonomelli un flacone di Ritrovil