Bergamo, 'Iperexit': torna il negozio di vicinato

La rivincita delle botteghe con meno metrature ma più umanità e professionalità . In grande crescita le catene di discount

Il piccolo commercio locale di nuovo in auge grazie ai servizi offerti

Il piccolo commercio locale di nuovo in auge grazie ai servizi offerti

Bergamo, 20 novembre 2019 -  Una metamorfosi che negli ultimi anni si è registrata anche nella Bergamasca e che ha comportato una grave crisi degli ipermercati, la crescita dei discount e il ritorno dei cosiddetti negozi di vicinato: è la fotografia che emerge dall’analisi sul commercio in provincia di Bergamo realizzata da Fisascat Cisl, secondo la quale, dopo la sbornia dei primi anni Duemila, negli ultimi cinque anni le nuove aperture in provincia sono state una decina di discount e altrettanti supermercati di medie dimensioni.

Niente più iper. Attraverso i dati di una ricerca Mediobanca riferibili alla situazione di Bergamo, Fisascat segnala che in 10 anni c’è stato un calo del 30% degli occupati del settore; la produttività è scesa del 22%; la superficie complessiva di vendita non cresce più; oltre la metà dei consumatori preferisce fare la spesa sotto casa e i negozi indipendenti specializzati hanno l’indice di soddisfazione più alto (47%). In questo orizzonte, i discount hanno registrato la miglior crescita media annua delle vendite (+9,6%), mentre la rete di punti vendita della grande distribuzione nel suo complesso è stata ridotta dello 0,6%.  Nel 2018 i discount occupano una fetta di mercato del 18,5%. In 10 anni sono cresciuti del 5% e nelle zone in cui è stato aperto un nuovo discount, gli ipermercati hanno registrato una flessione del 3%. Nei bilanci delle grandi catene si legge che a fine 2017 la grande distribuzione ha avuto un incremento dei fatturati dello 0,6%, i supermercati tradizionali del 24,2%, i discount del 44,3%.

Per quanto riguarda l’occupazione, negli iper dal 2013 al 2017 il dato è in leggero calo mentre nei discount è salita di quasi il 50%: Eurospin, Md, Aldi e Lidl stanno attuando una strategia offensiva importante, con decine di nuove aperture e ampliamenti. Negozi come l’ipermercato Auchan di Bergamo - ricorda Fisascat Cisl - avevano 10 anni fa quasi 300 dipendenti, oggi non arrivano a 180. Dal punto di vista occupazionale i posti di lavoro persi negli ipermercati sono stati assorbiti dalle nuove aperture, generando un saldo positivo ma lontano dal potenziale di settore.+

Insomma , si sta aprendo una nuova era, che vede anche il ritorno del negozio di vicinato: negozi con superficie non superiore a 800 metri quadrati; preferenza per la filiera corta; carrello più leggero, per evitare sprechi e ridurre consumi; con abitudini che passano dalla maxi spesa settimanale alla mini spesa quotidiana. In un settore che conosce una metamorfosi tanto importante, il ruolo del lavoro umano e la sua specifica e non riproducibile creatività potranno ancora fare la differenza. Fisascat ritiene che «la formazione continua dovrà diventare un diritto individuale in capo a ciascun addetto». «È la fuga, che noi abbiamo chiamato Iperexit, da un format che ha ormai assunto dimensioni non più sottovalutabili – sottolinea Alberto Citerio, segretario generale Fisascat Cisl di Bergamo –. Il gigantismo del commercio ha toccato il suo apice nel decennio precedente e ora cerca nuove ricette per uscire da una crisi del format che negli ultimi anni ha comportato una perdita del 30% dei posti» La vicenda Conad-Auchan ne è la conferma: 23 punti vendita di grandissime dimensioni, metà ipermercati Auchan distribuiti in tutta Italia, sono già stati catalogati come esuberanti dalla società entrante, con conseguente perdita stimata di oltre 3mila posti di lavoro. Nel complesso, sono quasi 120 i negozi non interessati per le società di Conad, nuovi proprietari della catena, per i quali sono alla ricerca di possibili acquirenti terzi».