REDAZIONE BERGAMO

Aumentano disagio e marginalità, affollate in città le mense dei poveri

Bergamo, quasi 700 persone ogni giorno in cerca di un pasto dignitoso di GIUSEPPE PURCARO

IN CODA Persone che aspettano il loro turno per accedere alla mensa del convento dei Cappuccini (in alto); un frate mentre serve una porzione (a sinistra) e immigrati nella mensa Caritas di via Conventino (sopra)

Bergamo, 8 noevmbre 2015 - Quelli che... non hanno un posto dove mangiare. Perchè senza lavoro, senza soldi, senza un tetto. Potremmo chiamarli i ristoranti dei poveri, se non fosse che dietro a ognuna delle quasi settecento persone che, a pranzo o a cena, affollano ogni giorno le mense dei poveri di Bergamo, non ci fossero tante storie di sofferenza e di disperazione. Un pasto gratis, o al massimo con un costo simbolico di pochi euro, ma più ancora tanto calore e sorrisi accoglienti da parte di educatori e volontari, che si fanno avanti per servire chi è in difficoltà. Tanti stranieri, soprattutto magrebini e africani, ma anche un buon numero di italiani, comprese famiglie con figli, pensionati, padri separati senza casa e chi della strada ha fatto la sua casa.

Nel capoluogo i posti dove andare a mangiare sono cinque: da quelli direttamente sulla strada, aperti a tutti, a quelli dove si accede dopo un colloquio e rispettando un percorso di reinserimento sociale. C’è la storica mensa dei frati Cappuccini, attiva dal 1950, che può ospitare fino a 130 persone per il pasto di mezzogiorno, dalle 11 alle 12. La mensa «posto caldo», presso la stazione autolinee, è gestita dal Servizio Esodo, in collaborazione con i volontari dell’associazione In Strada: è aperta tutte le sere, dalle 20 alle 22 e la domenica e nei giorni festivi anche per il turno del pranzo, dalle 12 alle 14. In media vengono distribuiti circa 120 pasti giornalieri. Un altro spazio dove mangiare al caldo è la mensa del Patronato San Vincenzo, aperta solo la sera dalle 18.45 alle 20.30 e attiva da quattro anni: si servono dai 40 ai 50mila pasti all’anno e nei giorni in cui il pasto è gratis (il sabato sera e il mercoledì sera), si presentano anche dalle 200 alle 300 persone. «Da noi si vedono ogni tanto anche famiglie italiane con figli, specie nelle sere gratuite - fa notare don Mauro Palamini, responsabile del servizio - Per il resto, sono quasi tutti uomini e anche un buon numero di nomadi». Altro spazio aperto sia a pranzo che a cena, sette giorni su sette, è la mensa Caritas, in via del Conventino, che offre fino a 40 pasti al giorno, dalle 11.45 alle 12.30 e dalle 18.45 alle 19.30. Infine il servizio mensa del Nuovo Albergo Popolare-Opera pia Bonomelli aperto tutti i giorni, dalle 12.15 alle 12.45 e dalle 19 alle 19.30, in via Carnovali: offre mediamente 100 pasti a pranzo e 90 a cena, con circa 70mila pasti serviti in un anno: «Chi viene a mangiare da noi sono soprattutto i nostri ospiti – spiega Antonia Sarzi, vicedirettore del Nuovo albergo Popolare – oppure chi ci viene segnalato dai servizi sociali. Si mangia se si segue un percorso di reinserimento sociale».

di GIUSEPPE PURCARO