
IN CODA Persone che aspettano il loro turno per accedere alla mensa del convento dei Cappuccini (in alto); un frate mentre serve una porzione (a sinistra) e immigrati nella mensa Caritas di via Conventino (sopra)
Bergamo, 8 noevmbre 2015 - Quelli che... non hanno un posto dove mangiare. Perchè senza lavoro, senza soldi, senza un tetto. Potremmo chiamarli i ristoranti dei poveri, se non fosse che dietro a ognuna delle quasi settecento persone che, a pranzo o a cena, affollano ogni giorno le mense dei poveri di Bergamo, non ci fossero tante storie di sofferenza e di disperazione. Un pasto gratis, o al massimo con un costo simbolico di pochi euro, ma più ancora tanto calore e sorrisi accoglienti da parte di educatori e volontari, che si fanno avanti per servire chi è in difficoltà. Tanti stranieri, soprattutto magrebini e africani, ma anche un buon numero di italiani, comprese famiglie con figli, pensionati, padri separati senza casa e chi della strada ha fatto la sua casa.
Nel capoluogo i posti dove andare a mangiare sono cinque: da quelli direttamente sulla strada, aperti a tutti, a quelli dove si accede dopo un colloquio e rispettando un percorso di reinserimento sociale. C’è la storica mensa dei frati Cappuccini, attiva dal 1950, che può ospitare fino a 130 persone per il pasto di mezzogiorno, dalle 11 alle 12. La mensa «posto caldo», presso la stazione autolinee, è gestita dal Servizio Esodo, in collaborazione con i volontari dell’associazione In Strada: è aperta tutte le sere, dalle 20 alle 22 e la domenica e nei giorni festivi anche per il turno del pranzo, dalle 12 alle 14. In media vengono distribuiti circa 120 pasti giornalieri. Un altro spazio dove mangiare al caldo è la mensa del Patronato San Vincenzo, aperta solo la sera dalle 18.45 alle 20.30 e attiva da quattro anni: si servono dai 40 ai 50mila pasti all’anno e nei giorni in cui il pasto è gratis (il sabato sera e il mercoledì sera), si presentano anche dalle 200 alle 300 persone. «Da noi si vedono ogni tanto anche famiglie italiane con figli, specie nelle sere gratuite - fa notare don Mauro Palamini, responsabile del servizio - Per il resto, sono quasi tutti uomini e anche un buon numero di nomadi». Altro spazio aperto sia a pranzo che a cena, sette giorni su sette, è la mensa Caritas, in via del Conventino, che offre fino a 40 pasti al giorno, dalle 11.45 alle 12.30 e dalle 18.45 alle 19.30. Infine il servizio mensa del Nuovo Albergo Popolare-Opera pia Bonomelli aperto tutti i giorni, dalle 12.15 alle 12.45 e dalle 19 alle 19.30, in via Carnovali: offre mediamente 100 pasti a pranzo e 90 a cena, con circa 70mila pasti serviti in un anno: «Chi viene a mangiare da noi sono soprattutto i nostri ospiti – spiega Antonia Sarzi, vicedirettore del Nuovo albergo Popolare – oppure chi ci viene segnalato dai servizi sociali. Si mangia se si segue un percorso di reinserimento sociale».
di GIUSEPPE PURCARO