Lotta all’inquinamento Una pianta per ogni nato Patrimonio di “famiglia”

L’associazione Sos Alberi chiede al Comune di coinvolgere di più i cittadini nella messa a dimora per rendere il capoluogo più green e senza smog.

Lotta all’inquinamento   Una pianta per ogni nato  Patrimonio di “famiglia”

Lotta all’inquinamento Una pianta per ogni nato Patrimonio di “famiglia”

di Federica Pacella

Un albero per ogni nuovo nato, con tanto di comunicazione dei dettagli di localizzazione ai genitori per coinvolgere la cittadinanza nella cura. Lo chiede l’associazione “Sos Alberi“ al Comune di Brescia, non per una velleità, ma per adeguarsi a quanto previsto dalla legge 102013 per i Comuni sopra i 15.000 abitanti. "Se facciamo il conto dei bimbi nati e degli alberi messi a dimora probabilmente si arriva ad un pareggio o anche ad un esubero – chiarisce Alessandra Cristini, portavoce dell’associazione -. Il punto è che la normativa prevede che l’albero sia riconoscibile per i genitori e per i bambini, perché questo consentirebbe di renderli partecipi della gestione del patrimonio arboreo". Il tema è all’ordine del giorno nell’incontro che l’associazione avrà venerdì con i tecnici dell’assessorato al Verde pubblico, dove l’associazione porterà anche alcune domande e riflessioni sul bilancio arboreo che la Loggia ha presentato il mese scorso, in adempimento alla norma. I numeri dicono che, durante il quinquennio (nonostante siccità e il nubifragio del 2018), sono state messe a dimora oltre 10mila piante nei giardini, nei parchi e nelle aree di mitigazione ambientale, con un rapporto per ciascun nato è di 1,3 alberi al netto delle piante rimosse.

Nel complesso, sono 169mila gli alberi presenti nel capoluogo, con 5 milioni di mq di verde pubblico, oltre a boschi e aree agricole. "Nella generalità si perde però il principio della norma, che voleva coinvolgere le persone nella cura e nel rispetto delle piante. Noi vogliamo fare da pungolo, non solo su questo aspetto – sottolinea Cristini –. Ad esempio: fare un bilancio a fine mandato va bene e rispetta la legge, ma per agevolare la comunicazione con i cittadini perché non pensare anche ad un bilancio “intermedio“, almeno ogni anno o due? Questo agevolerebbe la comunicazione, perché noi cittadini vediamo abbattimenti e piantumazioni ma non abbiamo informazioni precise. Spesso neanche i Consigli di quartiere sono informati". Il taglio degli alberi è, in effetti, una delle operazioni che da sempre “agita“ maggiormente i residenti. "Assistiamo a tagli indiscriminati – conclude Cristini -. Penso, ad esempio, a San Polo, nel parco agricolo. O ce li spiegano o non si facciano del tutto".