Daniele De Salvo
Cronaca

Lecco, medici in fuga dall’ospedale: quattro su cinque via dall’Oculistica

Si è dimesso anche il primario. E al Manzoni il reparto rischia di chiudere

Guido Agostoni, Consiglio dei sindaci

Fuga di massa dal reparto di Oculistica dell’ospedale di Lecco. Se ne vanno 4 medici su 5. Il fenomeno della fuga dei professionisti della sanità dagli ospedali pubblici è diffuso in tutta la Lombardia, ma la defezione in blocco e in contemporanea degli specialisti di un reparto come quella di Lecco è un caso più unico che raro, che lascia trasparire un malcontento comune. Tra quanti hanno rassegnato le dimissioni c’è anche il primario, il dottor Carlo Pellizzari, 60 anni, ritornato a Lecco nel 2018.

È ritenuto un luminare del settore, specialmente per quanto riguarda le patologie della retina. Si dedicherà all’attività privata: si guadagna di più, si lavora meglio, non si deve rendere conto a manager nominati dai politici di turno, c’è meno burocrazia. Lui e gli altri oculisti hanno posticipato l’addio fino a settembre. Nonostante il direttore generale dell’Asst di Lecco Paolo Favini e il direttore sanitario Vito Corrao - il primo in scadenza di mandato, il secondo prossimo alla pensione - abbiano tempo per provare a correre ai ripari e reclutare rimpiazzi, l’Oculistica dell’Alessandro Manzoni rischia di chiudere, come già successo per il reparto di Psichiatria del San Leopoldo Mandic di Merate, o quanto meno un drastico ridimensionamento: senza capo in comando né colleghi sarà infatti molto difficile trovare possibili sostituti.

I pazienti lecchesi potrebbero quindi restare orfani di un ulteriore servizio sanitario pubblico sul territorio. Da gennaio a maggio, in 5 mesi, se ne sono già andati 109 operatori sanitari dalle corsie e dagli ambulatori dell’Asst lecchese tra camici bianchi e infermieri: sono più di uno al giorno. Pure le responsabili infermieristiche dell’area medica e del dipartimento di Emergenza e urgenza lasciano l’Asst di Lecco.

A causa dell’emorragia incontrollata di dipendenti i vertici della sanità pubblica lecchese sono stati costretti a ricorrere a liberi professionisti esterni: succede per gli urgentisti in Pronto soccorso, gli anestesisti, gli infermieri di Ortopedia e traumatologia. Per questo i sindaci del territorio hanno chiamato a rapporto il dg per chiedergli conto di quanto successo e ottenere garanzie. "Siamo fiduciosi della possibilità di valutare congiuntamente le diverse opportunità di risposta ai bisogni del territorio potenziando i servizi territoriali", commenta diplomaticamente Guido Agostoni, presidente del Consiglio di rappresentanza dei sindaci.