MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Lavoro, gli infortuni sono in calo Ma il Covid miete ancora vittime

L’elaborazione dei dati della Cisl bergamasca in occasione della giornata mondiale sulla sicurezza

di Michele Andreucci

Calo degli infortuni del 16%, ma il Covid provoca ancora molte vittime. E’ quanto emerge da un’analisi della Cisl di Bergamo sulla sicurezza sul lavoro, effettuata analizzando i dati regionali in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro in programma oggi. La Bergamasca nel 2020, rende noto il sindacato, ha pagato un prezzo altissimo alla pandemia: dal personale sanitario e di assistenza. Tra gennaio 2020 e febbraio 2021 sono 45 (pari all’86%) le denunce da infortunio con esito mortale per Covid su un totale di 52, mentre le denunce di infortunio provocato dal coronavirus, nello stesso periodo, sono 2.971 (22%) su un totale di 13.089. E ancora. Nel 2020, pur in presenza delle denunce da infortunio per Covid, i casi ufficiali di infortunio denunciati nella Bergamasca diminuiscono, come accennato all’inizio, del 16% rispetto all’anno precedente. Stesso trend si verifica anche nei primi 2 mesi del 2021, con una diminuzione del 26%.

Sottolinea Danilo Mazzola, segretario generale della Cisl di Bergamo: "E’ un dato influenzato positivamente dal peruiodo di chiusura emergenziale, dell’utilizzo significativo della cassa integrazione e dello smart working, che ha fatto muovere meno le persone". Dai dati, emerge infatti una diminuzione degli infortuni cosiddetti in itinere del 43% (21.845 nel 2019, 12.297 nel 2020) e una diminuzione di infortuni con mezzo di trasporto in occasione del lavoro del 40% (3.120 nel 2019, 1.846 nel 2020). La situazione, però, cambia per le denunce da infortunio con esito mortale: nell’88% dei casi riguardano infortuni con esito mortale da Covid. Per quanto riguarda i primi 2 mesi del 2021 le denunce da infortunio sono già due (di cui una per Covid), mentre nello stesso periodo del 2020 non se ne erano verificate.

"Quello della morte sul lavoro – prosegue Mazzola – rimane un fenomeno grave. La sicurezza e la salute dei lavoratori rimangono per la Cisl una priorità per garantire la ripartenza del Paese. Senza sicurezza e salute non c’è rispetto per la dignità della persona. Il problema della sicurezza nella nostra provincia era presente già prima del Covid. Ogni anno registriamo decine di morti sul lavoro e tantissimi infortuni. Si muore nell’edilizia, nei trasporti e il tema della sicurezza sul lavoro è una ferita aperta, gravissima per tutto il Paese".