
La protesta dei pescatori: "Sul lago di Garda siamo in via di estinzione"
Da una parte gli studi dell’Ispra che dicono che coregone e carpione, nel Garda, non possono convivere, perché il secondo, specie autoctona, rischia di soccombere al primo, specie endemica. Dall’altra ci sono i pescatori, per i quali il coregone rappresenta il 70% del pescato e che, come hanno scritto su uno degli striscioni utilizzati nella manifestazione di domenica, non possono vivere di carpione. Tra studi già validati e richieste di approfondimenti, quel che è certo è che l’attuale generazione di pescatori professionisti del Garda potrebbe essere l’ultima, perché con lo stop al divieto di semina degli avannotti di coregone imposto nel 2021 dal Ministero dell’ambiente, il rischio è che nel giro di 3 anni questa specie sparisca. Altrove, nel Sebino e nel lago di Como, è stata concessa una deroga. Per il Benaco non è stato previsto nulla del genere ed è questo quello che i pescatori professionisti hanno chiesto domenica al Governo; al loro fianco anche la Comunità del Garda, Confesercenti, Fai Cisl Brescia, Fiepet, ma anche l’onorevole Fabrizio Benzoni, deputato di Azione che ha presentato un’interpellanza al Governo. "Il Ministero dell’Ambiente – è la ricostruzione di Filippo Gavazzoni, vicepresidente della Comunità del Garda - ha concesso l’immissione del coregone lavarello in alcuni laghi subalpini italiani (Como e Iseo), eccetto però il Lago di Garda. Questa questione ha suscitato l’ira dei pescatori di professione in quanto, di fatto, da anni basano la loro attività prevalentemente su questa specie". A monte La decisione sul Benaco deriva dal fatto che l’endemismo del carpione è un unicum nel mondo: da qui la necessità di tutela. "Questo stallo, se non risolto, rischia di sancire la fine della pesca di professione del Garda così come l’abbiamo finora conosciuta. Non deve succedere". Secondo Gavazzoni, "per pianificare il futuro della pesca, il mantenimento della biomassa ittica e biodiversità nel Lago di Garda, risulta necessario dotarsi di dati e metodi scientifici chiari ed inequivocabili, come detto, attraverso i quali costruire proposte valide, regolamenti e una nuova sensibilità di autotutela". La strategia vincente? "Sarà tendere alla qualità, quindi istituire un marchio d’eccellenza del pescato gardesano".
Federica Pacella