
Bergamo, 13 luglio 2024 – Far crescere la cultura della sicurezza per arrivare ad una riduzione degli infortuni sui luoghi di lavoro. È l’obiettivo della campagna di comunicazione per la prevenzione delle cadute dall’alto, promossa da Ats Bergamo in collaborazione con l’organismo di coordinamento territoriale, che raduna gli attori impegnati nella prevenzione. "Non ci Casco" il nome dell’iniziativa che coinvolge le principali associazioni datorali e organizzazioni dei lavoratori, organismi paritetici e istituzioni. Il primo striscione della campagna è stato fatto sventolare sui ponteggi dell’ex collegio Baroni, sede del dipartimento di Lettere, Filosofia e Comunicazione dell’università di Bergamo, dove, nella sede di via Pignolo, è stata inaugurata l’iniziativa.
La campagna prevede la realizzazione di materiali grafici da esporre sui ponteggi degli edifici in costruzione e ristrutturazione, con l’obiettivo di sollecitare la risposta attiva dei datori di lavoro, perché la materia della sicurezza diventi centrale. Si tratta di una delle direttrici su cui si è sviluppato un più ampio progetto di prevenzione, nell’ambito del protocollo d’intesa siglato nel 2021 da Ats con il patrocinio della Prefettura, che nella sua prima fase ha analizzato i dati sugli infortuni sul lavoro forniti da Inail, relativi al quinquennio 2016-2020.
Statistiche drammatiche
In questa finestra temporale, nella provincia di Bergamo si sono verificati 938 infortuni dovuti a cadute dall’alto. Oltre la metà (52%) ha riguardato le piccole imprese che occupano fino a un massimo di 30 lavoratori, mentre quasi il 16% i lavoratori autonomi. Manifatturiero ed edilizia i due settori maggiormente coinvolti – rispettivamente il 24,4% e il 21,6% dei casi –seguiti da commercio (10,9%) e trasporto e magazzinaggio (8,5%). Partendo da questi numeri sono state definite alcune azioni da intraprendere, all’interno di un gruppo di lavoro che ha visto la partecipazione di Inail, parti sociali e Università di Bergamo. Sottolinea Massimo Giupponi, direttore generale di Ats: "C’è una responsabilità personale in ciascuno di noi a considerare il tema della sicurezza sul lavoro come un tema di cultura, di riscatto sociale. I dati dimostrano che nemmeno l’anzianità di servizio esime dal rischio. Ben venga dunque questa iniziativa".