Inchiesta Fiera Bergamo, il Riesame conferma le accuse

Confermata l’interdizione per Mauro Bagini: secondo il tribunale, il collegio dei sindaci cercò di ridimensionare le responsabilità dell’ex direttore dell’ente Stefano Cristini

La Gdf davanti alla Fiera di Bergamo

La Gdf davanti alla Fiera di Bergamo

Bergamo, 24 agosto 2019 - L'impianto accusatorio regge. Il tribunale del Riesame di Brescia ha rigettato l’istanza di revoca dell’interdizione dalla professione per un anno nei confronti del commercialista 81enne Mauro Bagini, finito con altri nella bufera che ha coinvolto l’Ente Fiera Bergamo (che ha un nuovo presidente). Gli altri sono l’ex direttore tecnico di Promoberg, Stefano Cristini, attualmente ai domiciliari, l’ex segretario generale Luigi Trigona, l’ex presidente Ivan Rodeschini, i membri del collegio sindacale, Gianfranco Ceruti e Pierluigi Cocco, e l’impiegato amministrativo Diego Locatelli.

L'accusa nei confronti di Bagini è favoreggiamento. In particolare, gli viene contestato il fatto che in qualità di presidente del collegio sindacale di Promoberg avrebbe aiutato gli altri indagati a eludere l’attività investigativa, prestando consapevolmente il proprio aiuto nell’alterare le risultanze contabili dell’ente. Il difensore del commercialista, Mauro Angarano, nell’appello contro l’ordinanza emessa dal gip, aveva chiesto l’annullamento della misura, per insussistenza delle esigenze cautelari, e in via subordinata la richiesta della riduzione della misura interdittiva nel minimo.

Per il Riesame il contenuto dei documenti presentati dalla difesa, anche all’indomani dell’interrogatorio di garanzia, sono la conferma di un tentativo di ridimensionare i fatti ascritti a Cristini da parte del collegio sindacale di cui Bagini era presidente. E indicano una volontà di dare «copertura formale» alle disposizioni patrimoniali in favore di Cristini, facendole apparire vistate e autorizzate da due persone. Ne consegue, conclude il Riesame, che deve essere confermato il giudizio di gravità indiziaria espresso nell’ordinanza. Quanto alla questione delle esigenze cautelari, le dimissioni sono irrilevanti rispetto al pericolo di recidiva. Già a luglio, il tribunale del Riesame aveva rigettato la revoca del provvedimento restrittivo presentata dai legali dell’ex direttore di Promoberg: Cristini, il principale indagato (l’accusa è peculato).