Orio, incendi dolosi nei parcheggi dell'aeroporto: mandante "spregiudicato"

Rese note le motivazioni delle condanne

Le auto incendiate in un parcheggio a Grassobbio

Le auto incendiate in un parcheggio a Grassobbio

Bergamo, 1 ottobre 2019 - Un soggetto spregiudicato, privo di scrupoli, rancoroso e vendicativo. È il curriculum criminale di Giuseppe La Manna, 36 anni, origini campane, condannato a maggio dal tribunale (collegio dei giudici presieduto da Donatella Nava) a 12 anni come mandante degli incendi dolosi a Grassobbio, ai danni dell’Azzurro Park (14 giugno 2017) e al Blu Parking (due giorni dopo). Una stangata oltre ogni previsione: della difesa, che aveva invocato l’assoluzione, per mancanza di prove, ma anche dell’accusa, che aveva chiesto una condanna a 7 anni e 8 mesi di reclusione. Riconosciuta la recidiva per altri precedenti penali (truffa, ricettazione, riciclaggio) dell’imputato.

Un curriculum, come sostiene l’accusa (pm Raffaella Latorraca) nelle motivazioni, che si manifesta anche dal tenore di telefonate e intercettazioni. L’imputato era sempre alla ricerca di aree per far parcheggiare le auto dei clienti e per questo aveva meditato anche di corrompere un sindaco di un comune vicino all’aeroporto di Orio al Serio, perché gli consentisse di usare parcheggi pubblici. Per l’accusa l’atteggiamento tenuto da La Manna aveva uno scopo ben preciso: vendicarsi di quelle persone che lui considerava dei nemici, e aveva interesse a farlo proprio in un momento – alta stagione, con un aumento delle partenze per le vacanze estive – di massima redditività per l’attività dei parcheggi situati nella zona aeroportuale. La questione dei prezzi non era l’unico motivo di attrito tra La Manna e gli altri imprenditori concorrenti. Nel tempo i rapporti si erano deteriorati per via di alcune segnalazioni fatte nei confronti dell’imputato per come gestiva i parcheggi. Dagli accertamenti è emerso in modo incontrovertibile, che gli attentati, che in gergo l’imputato chiamava telecamere, hanno comportato non solo la paralisi di circa due mesi delle due attività concorrenti, ma soprattutto la massima affluenza di clienti nei parcheggi di La Manna. E per mettere in atto il suo progetto aveva assoldato della manovalanza, anche ucraina per fare un servizio, un lavoretto.

Nelle motivazioni, il pm sottolinea come gli incendi, messi in atto utilizzando bottiglie molotov, si dovevano propagare senza controllo mettendo in pericolo anche la pubblica incolumità. Bottiglie incendiarie che contenevano miscela di benzina e gasolio, altamente infiammabile, e del tutto idonee a generare un incendio di vaste proporzioni.