MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Bergamo, oltre 300 gli impianti per lo smaltimento rifiuti: "Economia circolare ok"

Ecco la fotografia della situazione. Il problema principale è che non tutto può essere recuperato o completamente smaltito

Impianto smaltimento rifiuti (foto generica)

Bergamo, 27 maggio 2019 - Oltre trecento impianti per lo smaltimento e il trattamento dei rifiuti, 373 per l’esattezza, che, almeno per ora, non sono però in grado di riutilizzare o eliminare tutto il materiale che vi viene conferito. Della rete fanno anche parte 64 impianti mobili autorizzati per essere utilizzati nei cantieri (ad esempio per triturare e fare la cernita delle macerie prodotte da una demolizione). È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento che la Provincia di Bergamo ha effettuato degli impianti per lo smaltimento e il trattamento. I 373 impianti gestiscono sia i rifiuti urbani (domestici e assimilati) sia quelli speciali (del sistema produttivo), che poi possono essere divisi a loro volta in pericolosi e non pericolosi. «Sono numeri molto importanti - sottolinea Olivo Foglieni, vicepresidente degli industriali bergamaschi e titolare della Stemin di Comun Nuovo, azienda specializzata nel recupero dell’alluminio -. Dimostrano come la Bergamasca abbia ormai compiuto passi avanti importanti verso la cosiddetta economia circolare, fondata sul recupero del rifiuto».

Il problema principale è che non tutto può essere recuperato o completamente smaltito. «Gli stessi termovalorizzatori - prosegue Foglieni - producono dello scarto. E, in questo momento, è sempre più difficile trovare dei siti dove conferire questo scarto, che è pari a circa il 10% dei rifiuti prodotti». Nella Bergamasca, al momento, si trovano solo tre discariche che sono in grado di ricevere esclusivamente quanto prodotto dai fumi di acciaierie e dalle lavorazioni di marmi e dalla produzione di piastrelle. Se si guardano le tipologie in cui gli impianti per lo smaltimento e il rattamento dei rifiuti vengono divisi, si può evidenziare come la categoria più importante, con 155 strutture, è quella del recupero per la quale c’è anche la sottocategoria degli impianti di recupero (pari a 122). Segue la categoria degli impianti per lo stoccaggio (108) e per la selezione e cernita (61). Sono 24, infine, le strutture per le autodemolizioni. Le aree più interessate sono la pianura, dove spiccano Ciserano con 12 impianti, Treviglio con 11, Romano di Lombardia con 7 e Pontirolo con 6; la media pianura con Cologno con 6 impianti, Comun Nuovo e Spirano con 5, Zanica con 4, Dalmine e Levate con 3. A questa classifica vanno poi aggiunti i Comuni di Grassobbio con 7 e di Filago con 6.