Il nuovo allarme di Arcigay: "Tabù e poca formazione"

La presidente dell’associazione di Brescia: abbiamo abbassato la guardia

Il nuovo allarme di Arcigay: "Tabù e poca formazione"

Il nuovo allarme di Arcigay: "Tabù e poca formazione"

Poca formazione e informazione soprattutto tra i giovanissimi, lasciati in balìa dei social e di chi sa poco di Hiv, Aids e malattie sessualmente trasmissibili. "L’incremento delle nuove diagnosi si spiega anche con la carenza di prevenzione nelle scuole e nei luoghi frequentati dai più giovani, perché c’è sempre un velo di ipocrisia quando si tratta di questi argomenti". A sostenerlo è Louise Bonzoni, presidente di Arcigay Orlando Brescia, impegnata ieri, insieme a molti altri attivisti, nella campagna bresciana di prevenzione dall’Aids nella giornata alla lotta contro la malattia. "La grande campagna di comunicazione degli anni ‘80 e inizio anni ‘90 ha funzionato, tanto che i numeri delle diagnosi in questi anni è andato via via riducendosi – ricorda –. La ricerca è andata avanti anche dal punto di vista della cura, con gli antiretrovirali. Anche i numeri della mortalità delle persone con Aids dicono che l’aspettativa di vita si è innalzata". Probabilmente questo ha portato ad abbassare la guardia tanto che ci si può aspettare che anche in futuro le diagnosi continueranno ad aumentare. "Quello che è cambiato è che i contagi stanno crescendo fuori dalla popolazione Lgbtq, che è stata storicamente la più colpita e, proprio per questo, anche la più informata e curata, e quindi fa anche più prevenzione. Oggi quello che si vede è che i nuovi contagi avvengono soprattutto tra eterosessuali, che hanno meno consapevolezza dei rischi delle malattie sessualmente trasmissibili". Non c’è solo il virus dell’Hiv (che può portare all’Aids). "Ci sono anche tante altre malattie, poco note: bisogna abbattere il tabu di parlare di educazione sessuale anche tra i giovanissimi". F.P.