Il crac dell’imprenditore Triberti in aula nel prossimo marzo

Era stata denominata "Tribe" l’inchiesta che aveva fatto luce su episodi di bancarotta, riciclaggio e false compensazioni

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Era stata denominata "Tribe" l’inchiesta coordinata dal pm Emanuele Marchisio (foto) che aveva fatto luce su episodi di bancarotta, riciclaggio e false compensazioni. Fatti che risalgono al 2017. Dove Tribe sta per Luca Triberti, imprenditore, casa in centro, in via Sant’Alessandro, yacht ancorata in Toscana (sotto sequestro). Triberti è finito nei guai per il fallimento della società Jd Service Italia, azienda florida nel settore della ristorazione (aveva un fatturato di 20 milioni di euro e 767 di lavoratori) finita male, dichiarata fallita dal tribunale di Bergamo nel 2017. Triberti, dopo un periodo in carcere, ora è libero. È stato rinviato a giudizio assieme ad altre sei persone (Piscicelli, Paraluta, Berlingeri, Monachello, Balducci e Di Blasio) che figurano in questa inchiesta articolata. Il processo è stato fissato per 14 marzo del 2023. Due imputati hanno patteggiato, si tratta di Alessio Meraviglia (sei mesi con pena sospesa) e Giuliano Tomasini (quattro mesi, pena sospesa). In abbreviato, il consulente brianzolo Fabio Premi è stato condannato a 5 anni e quattro mesi, il commercialista di Verdellino, Natale Bacis, a 4 anni e 8 mesi, Davide Tinè a 3 anni e 4 mesi per bancarotta autoriciclaggio, e Giovanni Etzi a 2 anni e 8 mesi. Il personaggio principale è Triberti (difeso dagli avvocati Dal Ben e Tropea), figlio del fondatore della vecchia Minitalia. Una indagine della Guardia di finanza nata dal crac della società del settore della ristorazione, ultimo di sette fallimenti della galassia "Tribe". Operazione resa possibile anche grazie al curatore fallimentare, il commercialista Stefano Mecca scomparso tragicamente a settembre 2019 nell’incidente aereo a Orio al Serio in cui aveva perso la vita anche la figlia di 15 anni. Mecca aveva posto in luce la totale inattendibilità delle scritture contabili. Le indagini avevano consentito di accertare distrazioni per circa 10 milioni di euro. F.D.