Il blitz nella Rsa. Oss davanti al giudice tiene la bocca chiusa

Indagine su maltrattamenti nella Rsa Bramante di Pontida: perquisizioni e interrogatori, con alcune indagate che si avvalgono della facoltà di non rispondere. Direttrici negano accuse, sospese dalla struttura.

La vicenda è quella dei maltrattamenti all’interno della Rsa Bramante di Pontida, indagine (pm Magnolo) scattata a marzo del 2023 e conclusa con il blitz martedì scorso e le perquisizioni nella struttura dei carabinieri della stazione di Cisano Bergamasco con i colleghi del Nucleo radiomobile della Compagnia di Zogno. Ieri mattina era in programma l’ultimo l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Gaudino, quello di A.B., l’oss sottoposta alla sospensione dalla professione, difesa dal legale Riccardo Bonetti. Ma non c’è stato nessun confronto perché l’indagata si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Lo stesso aveva fatto venerdì anche J.S., 34 anni, la oss ai domiciliari, assistita dall’avvocato Francesco Pierotti. Le uniche che hanno parlato sono state le due direttrici, S.M. responsabile della struttura e la collega W.M, direttrice di area (presente a Pontida una volta la settimana), entrambe assistite dagli avvocati Armando Simbari e Laura Fumagalli. Davanti al giudice in buona sostanza hanno detto di non aver ricevuto segnalazioni da dipendenti o parenti. Se ci fossero stati sospetti, avremmo preso provvedimenti e sanato la situazione. Benvenute "le telecamere dei carabinieri, così ci siamo rese conto di quel che accadeva". Entrambe hanno respinto le accuse. Sono sottoposte alla misura dell’allontanamento dalla struttura e della sospensione dello svolgimento della professione. Sono accusate di aver minimizzato le segnalazioni che avrebbero ricevuto sui presunti maltrattamenti da parte di alcune operatrici sanitarie. F.D.