Galleria di Montenegrone, Anas investirà tre milioni per i lavori

Galleria di Montenegrone, Anas investirà tre milioni per i lavori

Galleria di Montenegrone, Anas investirà tre milioni per i lavori

Si avvicina la riqualificazione della galleria di Montenegrone, la più lunga della Bergamasca con i suoi 3.378 metri sulla ex statale 671 fra Villa di Serio e Scanzorosciate, che nei mesi scorsi ha provocato diversi problemi ai numerosissimi automobilisti che la percorrono quotidianamente, per il cattivo funzionamento dell’impianto semaforico e la scarsa visibilità causata dallo smog. Anas ha promesso un maxi investimento di 3 milioni che renderà possibili diversi interventi: l’ammodernamento degli impianti, antincendio, fibra e controllo del semaforo da remoto. L’annuncio è stato dato dall’assessore regionale Paolo Franco, ricevuto dall’amministratore delegato di Anas. "Avevo chiesto proprio questo - sottolinea Franco –: un impegno concreto, che può e deve cambiare la viabilità dell’hinterland di Bergamo. Ne hanno bisogno i nostri cittadini, i pendolari, gli studenti e tutti coloro che sulle strade ci lavorano e portano avanti le loro imprese".

La necessità di intervenire sull’infrastruttura è stata più volte segnalata dagli automobilisti, soprattutto sul gruppo Facebook Viabilità in Valle Seriana. Ha fatto parecchio discutere in questi mesi il malfunzionamento del semaforo all’ingresso della galleria: in diverse occasioni, è rimasto sul rosso dello stop per errore, senza che ci fossero all’interno del tunnel incidenti, provocando lunghe code. Un altro problema è il traffico generato dall’innesto della strada che viene da Pedrengo: gli automobilisti chiedono il prolungamento di circa 800 metri della corsia di ingresso.

La galleria di Montenegrone ha avuto diverse traversie negli anni: pronta nel giugno del 2001, fu inaugurata solo a gennaio 2008 per realizzare nuove opere per la messa in sicurezza del tunnel, resesi necessarie per l’entrata in vigore in Europa di normative più stringenti a seguito della tragedia del marzo 1999 nel tunnel del Monte Bianco.

Michele Andreucci