
Il regista sul set: il film prevede ancora una settimana di riprese
Bergamo, 11 novembre 2015 - Un set a cielo aperto con gli scorci di alcuni fra i luoghi più belli di Città Alta, dalla Basilica di Santa Maria Maggiore, che fu già incantevole scenario di uno dei capolavori Rai della fine degli anni Ottanta – “I promessi sposi” firmato da Salvatore Nocita – fino al vicino, e storico, Palazzo dell’Ateneo di Scienze, lettere ed arti, a due passi dalla Cattedrale. Bergamo ritorna in questi giorni protagonista di un’importante produzione cinematografica con l’inizio delle riprese in terra orobica, dopo i primi ciak tra la Puglia e la Basilicata, del nuovo film di Alberto Rondalli “Il manoscritto ovvero journées de la vie D’Alphonse Van Worden”. Il lungometraggio è liberamente tratto dal capolavoro “Il manoscritto trovato a Saragozza” di Jan Potocki e punta a proporre una rilettura per il grande schermo di uno dei capolavori della letteratura polacca.
«Resteremo in città fino alla metà di novembre» ha spiegato il regista, lui pure di origine bergamasca, che ha firmato anche il soggetto e la sceneggiatura. «È una location ottimale per le atmosfere che riesce ad evocare, gli scorci, le suggestioni per gli occhi e per l’anima». Rondalli non è l’unico a pensarla così: negli ultimi anni il cuore del Borgo storico del capoluogo orobico è stato prescelto per spot pubblicitari – l’ultimo in ordine di tempo, quello di una catena nazionale di supermercati che ha scelto la Cappella Colleoni – secondo un trend che, stando al parere della Bergamo film commission, appositamente costituita per promuovere la città come sede ottimale di riprese per lungometraggi, è in costante crescita. Non a caso l’arrivo delle cineprese per “Il manoscritto”, opera titanica che tanto affascinò Luis Buñuel, ha mobilitato un folto gruppo di istituzioni e realtà locali di primaria importanza: il Teatro Tascabile, il Comune, la Fondazione Mia Congregazione della Misericordia Maggiore, il Consorzio per la promozione turistica e l’Immobiliare Tesmec. «Abbiamo anche spalancato le porte di Santa Maria Maggiore – spiega Corrado Benigni, delegato per la cultura della Mia – perché è un luogo simbolo di Bergamo e della sua gente oltre che patrimonio della fondazione. È la prima volta che sono stati concessi gli interni per un lungometraggio così da far conoscere questo luogo così ricco di storia e di arte».
Il film, prodotto dalla società Ra.Mo., punta su un cast internazionale: Nahuel Perez Biscayart, Pilar Lopez de Ayala, Alessio Boni, Caterina Murino, Jordi Mollà, Alessandro Haber, Flavio Bucci, Ivan Franek, Valentina Cervi, Riccardo Bocci e Umberto Orsini. La storia è ambientata nel 1734: Alfonso di Van Worden, guardia Vallone al servizio di re Carlo, riceve da lui l’ordine di andare a Napoli nel più breve tempo possibile. Nonostante Lopez, suo fido servitore, cerchi di dissuaderlo dall’attraversare l’altopiano murgese, perché infestato da spettri e demoni inquietanti, Alfonso si mette in cammino. In un intreccio fantastico, tra sogno e realtà, compirà il suo lungo percorso iniziatico che lo condurrà, tra allucinazioni e magia, in caverne misteriose, locande malfamate, amori scabrosi e apparizioni diaboliche.