E' morta Ester Arzuffi, la madre di Massimo Bossetti

Aveva 71 anni. L'avvocato Salvagni, legale del muratore di Mapello: "Non aveva mai smesso di combattere per il proprio figlio"

Ester Arzuffi, madre di Massimo Giuseppe Bossetti

Ester Arzuffi, madre di Massimo Giuseppe Bossetti

Bergamo, 29 aprile 2018 - E' morta Ester Arzuffi, la madre di Massimo Bossetti, condannato in secondo grado all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio, la ginnasta tredicenne trovata morta in un campo di Chignolo d'Isola nel febbraio del 2011. Aveva 71 anni. Da quanto si è appreso la donna, che viveva a Terno d'Isola (provincia di Bergamo), era ricoverata per un male incurabile che l'aveva aggredita da poco. Si è spenta questa mattina in ospedale a Ponte San Pietro, nell'Isola Bergamasca. I funerali si volgeranno martedì mattina alle 9.30, in forma strettamente privata. Massimo Bossetti, nell'apprendere la triste notizia dalla sorella, è scoppiato in lacrime.

Per Ester il giorno che ha cambiato tutto è stato il 16 giugno del 2014. Il crollo improvviso e verticale delle sicurezze più elementari in una famiglia. Quel giorno Ester Arzuffi ha appreso che il figlio era stato portato in carcere, schiacciato da un'accusa pesante. Ha appreso il responso della genetica: Massimo (venuto al mondo il 28 ottobre del 1970 all'ospedale di Clusone con la gemella Laura Letizia) non è figlio del marito Giovanni, ma di Giuseppe Guerinoni, autista di pullman portato via dalla malattia nel 1999. Quel pomeriggio in caserma, davanti alla nuora Marita Comi, moglie di Massimo, Ester Arzuffi ha negato. Negherà sempre.

Ha sempre sostenuto l'innocenza del figlio, non ha perso una udienza del processo d'appello a Brescia, seduta accanto alla figlia Laura Letizia. Ha atteso l'esito di una camera di consiglio che si è protratta per quindici ore. Era mezzanotte e mezza del 18 luglio, quando il presidente Enrico Fischetti ha letto la sentenza che ha ribadito il carcere a vita per il muratore di Mapello. A poche ore di distanza dalla sentenza di secondo grado aveva spiegato: "Credo che sia impossibile immaginare come possa sentirsi mio figlio in carcere da innocente. Spero solo che la forza che ha avuto fino a oggi continui. È importante che esca fuori la verità anche per sapere cos'è successo davvero a quella povera creatura di Yara". 

"Quello che posso dire - è il ricordo dell'avvocato Claudio Salvagni, difensore del muratore di Mapello insieme con l'avvocato Paolo Camporini - è che la famiglia ha espresso il suo desiderio che le esequie si svolgano in forma strettamente privata. Un ringraziamento alla polizia penitenziaria. Massimo è stato a trovare la mamma, gli è stato permesso e gli agenti hanno dimostrato una grande sensibilità e umanità. Chiederemo che possa partecipare ai funerali". La notizia della morte è stata data in carcere a Bossetti dalla sorella gemella. Durante la malattia della madre, il muratore di Mapello, è riuscito a farle visita tre volte in ospedale, l'ultima volta venerdì scorso. "E' morta una donna che non so se abbia portato con sé dei segreti o dei misteri - ha concluso Salvagni -. Certamente è morta una donna, una madre, che non aveva mai smesso di combattere, di lottare per il proprio figlio. La sua fiducia in lui, nella sua totale innocenza, non si era mai incrinata". Il muratore bergamasco è in attesa del processo in Cassazione che comincerà il 12 ottobre.