Coronavirus nei bambini e malattia di Kawasaki: studio bergamasco analizza legame

Tra l'1 marzo e il 20 aprile registrato un aumento dei casi pari a 30 volte

Gigantografia sulla facciata dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo

Gigantografia sulla facciata dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo

Bergamo, 14 maggio 2020 - E' stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet (Journal Impact Factor di 59·102 e al secondo posto su 160 riviste nella categoria Medicina, generale e interna) lo studio condotto dalla Pediatria dell'ospedale di Bergamo sul legame tra Covid-19 e la malattia di Kawasaki, rara malattia infiammatoria. 

Lo studio analizza 10 casi di bambini con sintomi simili alla malattia di Kawasaki arrivati al Papa Giovanni XXIII tra il 1 marzo e il 20 aprile 2020. Nei 5 anni precedenti questa malattia era stata diagnosticata a soli 19 bambini. Un aumento dei casi pari a 30 volte, anche se i ricercatori avvertano che è difficile trarre conclusioni definitive con numeri così piccoli. Otto dei 10 bambini sono risultati positivi al virus Sars-coronavirus-2. Tutti i bambini dello studio sono sopravvissuti, ma quelli che si sono ammalati durante la pandemia hanno mostrato sintomi più gravi di quelli diagnosticati nei cinque anni precedenti.

La malattia di Kawasaki è una condizione rara che colpisce in genere i bambini di età inferiore ai cinque anni e che causa l'infiammazione dei vasi sanguigni di medio calibro. I sintomi tipici includono febbre ed eruzione cutanea, occhi rossi, labbra o bocca secche, arrossamenti sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi e rigonfiamento di linfonodi. In genere, circa un quarto dei bambini affetti presenta complicazioni a livello delle arterie coronarie, ma la condizione si risolve rapidamente e praticamente in tutti i bambini, se trattata in modo appropriato in ospedale. Non è noto cosa scateni la malattia, ma si ritiene che si tratti di una reazione immunologica anormale successiva ad un'infezione.