Il Comitato Pendolari Bergamaschi chiude dopo 25 anni: “Siamo rimasti in due”

Il gruppo annuncia la fine dell’attività: “Le nostre battaglie non suscitano più interesse”

Chiude dopo oltre 25 anni il Comitato Pendolari di Bergamo

Chiude dopo oltre 25 anni il Comitato Pendolari di Bergamo

Bergamo – Dopo oltre 25 anni di onorato servizio il Comitato Pendolari Bergamaschi chiude, anzi – come dicono loro stessi nell’annuncio che hanno fatto su Facebook – “abbassano le serrande”. 

Il motivo, spiegano dal comitato, è molto semplice: “Purtroppo siamo rimasti solo in due e francamente non ce la sentiamo più di proseguire”.  

“Il Comitato – spiega l'addio social – esiste da oltre 25 anni e dal primo giorno non si è mai stancato di rappresentare le necessità e le richieste di chi ogni giorno e per svariati motivi si reca da Bergamo e provincia verso Milano utilizzando i mezzi pubblici, in particolare il treno. In oltre 25 anni abbiamo fatto molte cose che certamente molti di voi non potranno ricordare, anche solo per questioni anagrafiche. Dagli happy train, le colazioni in treno con il CPB, alle raccolte firme (analogiche su fogli di carta!), alla cura del sito e dei social, alle lettere e ai comunicati stampa, alla rappresentanza in Regione Lombardia per tanti anni in qualità di “comitato accreditato” e con un nostro rappresentante tra i cinque rappresentanti viaggiatori ammessi alla Conferenza Regionale del TPL.

Il comitato traccia poi un bilancio del mezzo secolo di attività – “Cosa abbiamo ottenuto? Lo sappiamo che ai vostri occhi sembrerebbe nulla. Ma così non è. Il Cpb ha fatto da “guardiano” a ogni progetto, dal raddoppio del tratto Bergamo-Verdello a ogni singolo cambiamento orario, fino all’arrivo dei nuovi treni sulle nostre direttrici. Certo, non abbiamo ottenuto tutto quel che volevamo ma senza il nostro punto critico e il nostro controllo, beh forse non avremmo quel che abbiamo oggi”.

I membri del comitato spiegano infine che non se la sentono più di proseguire perché sono rimasti solo in due e perché “non notiamo più interesse o attenzione e il nostro tempo a disposizione è sempre meno per investirlo in qualcosa che suscita ormai poco interesse. Forse è il lavoro in remoto o forse davvero tutto va molto bene nel servizio come racconta Regione Lombardia insieme a Trenord. Ce lo potrete dire voi, ma noi abbiamo deciso di mollare”.