
Furto in villa (immagine di repertorio)
Bonate Sopra (Bergamo), 26 dicembre 2015 - Ancora una rapina in casa. Questa voltà è accaduto la serata della vigilia di Natale a Bonate Sopra, all’interno di una palazzina di via Vittoria dove vive un imprenditore di 60 anni e dove sono entrati in azione tre malviventi armati, probabilmente originari dell’Europa dell’est. Il colpo è avvenuto intorno alle 21.30, quando i rapinatori hanno atteso il figlio del 60enne, un ragazzo di 20 anni, che stava rientrando nella sua abitazione e che è stato sorpreso e minacciato con alcune pistole. Con lui i banditi sono riusciti a salire al primo piano dell’edificio di via Vittoria, dove vive l’imprenditore, che è stato più volte minacciato, insieme al figlio, con le armi puntate alla testa. Non solo. Per convincere i due a consegnare loro tutto il denaro e i preziosi che c’erano in casa, i malviventi non hanno esitato a picchiare padre e figlio, colpendoli con schiaffi e pugni.
Sono stati attimi di autentico terrore, quelli vissuti dai padroni di casa, anche perchè i rapinatori si sono mostrati duri, decisi, spietati e disposti a tutto pur di portare a compimento il colpo. Alla fine, dopo circa mezz’ora, sono fuggiti con alcuni gioielli in oro e circa 1.500 euro in contanti. In casa hanno però trovato anche le chiavi dell’auto dell’imprenditore, una Porsche Cayenne, e si sono allontanati da via Vittoria a bordo del suv. Il 20enne, a causa delle percosse subìte è stato portato in ospedale, ma le sue condizioni non sono gravi. Dopo la fuga dei ladri, l’imprenditore, ancora impauroto e sotto choc, ha avvertito i carabinieri della stazione di Ponte San Pietro, che, insieme ai militari della Compagnia di Bergamo indagano sul caso.
Gli investigatori sperano di ottenere indizi utili dalle immagini dell’impianto di videosorveglianza attivo nella palazzina. Solo pochi giorni fa, domenica notte scorsa, si era registrato un episodio simile a Bergamo, in via Zanica, all’interno di un appartamento situato nella corte di una vecchia cascina. Era da poco passata l’una, quando l’anziano proprietario di casa, che vive da solo, era stato svegliato da alcuni rumori, si era alzato dal letto e si era trovato di fronte tre cittadini stranieri armati di pistola. I malviventi avevano minacciato di sparargli se avesse urlato e se dopo la loro fuga avesse avvertito la polizia.Minacce a parte, l’uomo non era stato però picchiato. I tre erano quindi fuggiti con qualche oggetto di poco valore e un cellulare. Era stato proprio il telefonino, che era rimasto acceso, a consentire agli agenti di una volante della questura di rintracciare e arrestare due dei tre presunti autori del colpo, due tunisini di 24 e 29 anni, nella zona del casello autostradale di Bergamo. Dopo l’interrogatorio di convalida dell’arresto, i due immigrati sono rimasti in carcere.