Australia, il premier: "O giustifica l'esenzione o Djokovic torna a casa"

Il governo annuncia severi controlli alla frontiera per il tennista in arrivo con un volo dalla Serbia. C'è il serio rischio che venga rispedito indietro

Melbourne - L'esenzione dal vaccino garantita a Novak Djokovic per partecipare agli Australian Open di tennis potrebbe avere vita breve. Dopo le polemiche suscitate dall'annuncio della 'corsia preferenziale' garantita al tennista serbo, contrario ai vaccini anti Covid,, sulla vicenda è intervenuto il premier australiano Scott Morrison. Secondo quanto riportano i media australiani, Interpellato dai giornalisti, Morrison si è detto pronto a rispedire Djokovic "a casa con il primo aereo", se il tennista non fornirà motivazioni sufficienti sul perché non si è vaccinato. "Chiunque entri in Australia deve rispettare i nostri requisiti alla frontiera", ha detto il premier.

I controlli dei test vaccinali a Melbourne
I controlli dei test vaccinali a Melbourne

Va bene insomma l’esenzione medica per partecipare agli Australian Open, ma non è detto che Novak Djokovic riesca ad arrivare a Melbourne. Al campione no-vax serbo potrebbe ancora essere vietato l’ingresso in Australia. Il numero uno del mondo dovrebbe arrivare a Melbourne con un volo dalla Serbia in serata, ma il ministro degli Interni Karen Andrews ha avvertito che le autorità di frontiera potrebbero intervenire su un caso che nel frattempo ha fatto scattare l’indignazione internazionale. 

“Qualsiasi individuo che cerca di entrare in Australia deve rispettare i nostri severi requisiti di frontiera”, ha detto Andrews. “Mentre il governo del Victoria e Tennis Australia possono consentire a un giocatore non vaccinato di competere all’Australian Open, è il governo del Commonwealth che applicherà i nostri requisiti al confine australiano. Dal 15 dicembre 2021 i titolari di visto idonei completamente vaccinati possono viaggiare in Australia senza dover richiedere un’esenzione di viaggio ed entrare negli stati e nei territori idonei senza quarantena. L’Australian Border Force continuerà a garantire che coloro che arrivano al nostro confine rispettino i nostri severi requisiti di frontiera”.

Parziale retromarcia invece dai vertici dell’Australian Open: ” Djokovic non ha avuto nessun trattamento di favore. Se ha ottenuto l’esenzione medica per partecipare è perché ne ha diritto”. Il direttore dell’Australian Open Craig Tiley nega un trattamento di favore nei confronti di Novak Djokovic per poter partecipare al primo Grande Slam dell’anno, dove ha vinto 9 volte e dove è campione in carica, e difende il procedimento messo a punto per valutare le richieste di esenzione. “Lo so che molte persone sono spiazzate dal vedere Novak in Australia viste le sue dichiarazioni sul tema delle vaccinazioni negli ultimi due anni - aggiunge Tiley -. Tuttavia, sta a lui decidere se spiegare o no pubblicamente la sua condizione e la ragione per cui ha ottenuto l’esenzione”.

Ora tocca agli organi di controllo australiano tentare di spiegare come sia possibile che il tennista numero uno al mondo possa godere dell'esenzione. In un comunicato ufficiale, Tennis Australia ha spiegato che l'iter prevedeva due passaggi distinti. Le richieste di esenzione medica (ne hanno ricevute 26, ma non si sa quante ne hanno accolte) sono state esaminate dal Dipartimento della Salute del Victoria secondo le linee guida Atagi, e solo poi inviate a un altro team medico, l'Independent Medical Exemption Review Panel.

"Non commento il caso specifico, ma posso dire che la maggior parte delle richieste di esenzione sono arrivate da chi ha avuto il COVID di recente - ha spiegato Carolyn Broderyck, responsabile medico di Tennis Australia - è normale, vista la diffusione della variante omicron. In alcuni casi hanno richiesto ulteriori informazioni, ma non ci sono stati contatti diretti con chi ha presentato le richieste. Osservavano i sigilli ufficiali sui documenti, ma non facevano attività di intelligence. Alcuni documenti erano formali rapporti di laboratorio. Per questo abbiano nominato esperti di immunologia, malattie infettive e medicina generale. Gli esaminatori non sapevano nemmeno se le richieste fossero di giocatori o di membri dei vari staff. La documentazione era completamente anonima: erano oscurati anche il Paese di provenienza e l'età del richiedente, salvi i casi in cui era un dettaglio importante".