Applausi per la Prima della Scala al Teatro sociale di Sondrio

L'Andrea Chénier di Giordano è piaciuto al pubblico del Teatro sociale, annuale appuntamento offerto dall'amministrazione comunale

Coro lirico Valtellina

Coro lirico Valtellina

Sondrio, 8 dicembre 2017 - Ritmo serrato, unitarietà cinematografica e bravura dei protagonisti hanno conquistato il pubblico della prima della Scala, trasmessa in diretta al Teatro Sociale di Sondrio il 7 dicembre . È piaciuta anche al capoluogo l'opera, l'Andrea Chénier di Umberto Giordano sul libretto di Luigi Illica, capolavoro del verismo italiano, diretta da Riccardo Chailly con la regia di Mario Martone. Alla chiusura del sipario, generosi applausi (anche se non di undici minuti come nella Città meneghina) per tutti gli interpreti, in particolare Anna Netrebko, nei panni di Maddalena di Coigny, ormai veterana del palco milanese. Ha duettato col marito, Yusif Eyvazov, debuttante alla Scala, che, in barba ai pronostici, si è fatto valere nel ruolo principale del poeta Andrea Chénier. Consensi pure per Luca Salsi che interpretava Gérard, il servo dall'animo nobile ma indotto in errore.

Come da tre anni a questa parte, la prima della Scala, si è trasformata in un evento per Sondrio. Per gustare al meglio la messa in onda, «intensa e ricca di colpi di scena - commenta l'assessore comunale Marina Cotelli - sono con noi due Virgilio: Nello Colombo e Stefano Pelosi», che hanno offerto una chiave di lettura e un inquadramento storico, artistico e letterario. Insieme a loro, a rendere ancor più piacevole l'attesa, l'esibizione del cantante Fabio Cancellara Gómez sugli arrangiamenti di Stefano Sposetti e quella del neonato coro lirico Valtellina, diretto da Daria Chiecchi, che ha eseguito il coro a bocca chiusa della “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini e Va’ pensiero dal Nabucco verdiano. Poi spazio alla storia, dal «perfetto congegno a orologeria», che ha fatto volare le 2 ore e passa di spettacolo. Tutto inizia nel Castello di Coigny, culla di una nobiltà che, nonostante i tumulti, prosegue la sua vita immutata e serena. Maddalena, nobile fanciulla, ama il poeta Chénier, personaggio realmente esistito, ed è a sua volta amata dal servo ribelle e rivoluzionario Gérard che, in un impeto d'ira, abbandona la livrea e si unisce ai compagni rivoluzionari.

Tra un tempo e l'altro (la trama era divisa in quattro quadri, pitturati coi colori della rivoluzione francese), gli astanti hanno gustato biscotti e un vin brulé speziato con decisione, preparati dagli alpini. Una nota calda prima di tuffarsi nel gran finale: la morte di Chénier e Maddalena sulla ghigliottina, sotto lo sguardo disperato di un pentito Gérard.