CAMILLA MARTINA
Cronaca

Alunni "scortati" dai genitori: la scelta non piace e a Chiesa arrivano i carabinieri

La disposizione della dirigente stabilisce che, al termine delle lezioni, gli alunni possono abbandonare l’edificio scolastico solo accompagnati dai genitori o da chi ne fa le veci

Alunni a scuola (foto di repertorio)

Alunni a scuola (foto di repertorio)

Chiesa in Valmalenco (Sondrio), 10 gennaio 2017 - Cosa fare se una nuova imposizione scardina vecchie consuetudini? Se lo stanno chiedendo alla scuola elementare di Chiesa in Valmalenco (parte dell’Istituto comprensivo Paesi Retici), dove la disposizione della dirigente stabilisce che, al termine delle lezioni, gli alunni possono abbandonare l’edificio scolastico solo accompagnati dai genitori o da chi ne fa le veci. La novità ha creato maretta.

Ponendosi di fatto in contrasto con abitudini radicate, i bambini che rincasavano da soli, vista la vicinanza di molte abitazioni al plesso, non è stata accettata di buon grado da tutti i genitori. Uno di loro, ieri, ha manifestato vivamente il proprio disappunto, tanto che, per fare da pacieri, sono stati chiamati i carabinieri. «Non è successo nulla di grave» precisa il maresciallo Alessandro Di Roio, comandante della stazione di Chiesa in Valmalenco. Ma il problema rimane: la difficoltà, espressa dai genitori, di conciliare esigenze lavorative e obbligo imposto. 

A nulla è servita la certificazione, presentata alla scuola, con la quale il papà autorizzava il figlio a rincasare in autonomia. La soluzione, secondo Anna Rita Fumarola, collaboratore vicario del dirigente, non è contattare le forze dell’ordine ma trovare un punto di incontro. «Sono molto rammaricata per l’accaduto - spiega-. Con le disposizioni, l’Istituto non vuole intralciare consuetudine consolidate in paese, solo rifarsi a una normativa precisa che c’è da tempo. Si può capire che, a Chiesa, non tutti siano d’accordo, ma non è un problema della scuola che deve garantire il rispetto della norma. L’episodio di stamattina (ieri per chi legge, ndr.) ha fatto emergere bisogni che possiamo colmare».

Basterebbe prendere spunto dal capoluogo, dove è stato istituito il piedibus, o da realtà in cui un adulto, un nonno ad esempio, si assume la responsabilità di accompagnare i minori. Sarebbe interessante che, all’interno della scuola, la comunità dei genitori dialogasse e proponesse una soluzione, dando corpo alla famosa cittadinanza attiva».