Le romanze di Mazzocchetti da Tosti a Vessicchio

Aria nuova nel crossover dove intorno ad Andrea Bocelli non esistono gerarchie internazionali ma solo fenomeni locali di MARCO MANGIAROTTI

Mazzocchetti

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Milano, 28 aprile 2016 - Aria nuova nel crossover dove intorno ad Andrea Bocelli non esistono gerarchie internazionali ma solo fenomeni locali. L’italiano Safina lavora all’Est, Peppe Vessicchio rilancia la sfida con il progetto “Istanti” di Piero Mazzocchetti, tenore italiano che molto lavora in Germania e da anni frequenta il genere fra lirica e pop. Romanze e belcanto ma anche armonia naturale in grado di interagire con le piante e di modificare il vino. La tradizione degli archi del Regno di Napoli e del San Carlo, i lieder di Mahler, i swing alla Sinatra, Nino Rota e Mimmo Modugno. Il fil rouge con il conterraneo Francesco Paolo Tosti, autore celebrato di romanze da salotto, non solo a Londra e a corte, (dalla Regina Margherita all’Imperatrice Vittoria) e di “A Marechiare” con il testo di Salvatore di Giacomo. La voce di Piero incontra la tromba di Fabrizio Bosso in “Brucia la terra (Parla più piano”)” di Nino Rota, tema de “Il Padrino, si specchia nel flauto di Andrea Griminelli in “Canta il canario”, da una partitura incompiuta attribuita a Tosti.

“Abbiamo scelto di cantare “Brucia la terra” - spiega Vessicchio - in siciliano per radicare di quest’opera col nostro territorio culturale. Lo sviluppo del brano, dove Fabrizio improvvisa contrappunto da Piero, è stato composto attenendosi allo stile di Nino Rota, frasi di viola e violoncello rievocano qua e la qualche suo componimento colto”. Aggiunge: “L’incontro con Piero è decollato sul terreno dei lieder di Mahler del suo repertorio tedesco, la naturalezza e la precisione del canto, il fatto di avere davvero la doppia voce lirica e pop. Ci abbiamo lavorato per un anno su un repertorio dallo spettro molto vario. È stato lui a proporre “Goodbye Philadelfia” di Peter Cincotti. La partitura de “Il canario” ha messo a dura prova anche Andrea Griminelli nell’arietta per voce e flauto concertante”. Su “Incanto” Vessicchio ha lavorato “nella scrittura armonico-naturale scoprendo poi la sua capacità di relazionarsi al Lomanegra, un Montepulciano d’Abruzzo della cantina Rosarubra. L’armonia del brano è come se facesse da specchio all’armonia del vino inducendolo a nuove proporzioni organolettiche e le analisi chimiche confermano la trasformazione”. Piero entra in “Amara terra mia” con la pronuncia colto popolare di Modugno, ha un timbro caldo ma non è mai sentimentalmente retorico, “Incanto” è l’incontro fra una moderna romanza e la tradizione napoletana, ogni momento ha la sua chiave musicale ed emozionale.