Multata per la ciotola dei cani fuori dal negozio, il sindaco contesta i 'suoi' vigili

La commerciante si è vista recapitare una sanzione da 168 euro per occupazione del suolo pubblico: aveva messo un catino davanti al suo bar

Un cane al guinzaglio

Un cane al guinzaglio

Vigevano, 20 novembre 2014 - Si è vista recapitare una multa di 168 euro per l’occupazione del suolo pubblico. La ragione è stata la presenza davanti al suo bar del centro di un catino per abbeverare i cani di passaggio. Una gentilezza che una barista vigevanese amante degli animali ha pagato a caro prezzo. O meglio, non pagato. Perché ieri mattina la giunta comunale ha deciso di fare una “colletta” per raccogliere la somma e pagare la sanzione. «Questo gesto – è il secco commento del sindaco Andrea Sala – testimonia il mio disappunto per quanto è accaduto: la sanzione inflitta alla barista vigevanese è stata pagata da me personalmente insieme ai colleghi della giunta». Ma il primo cittadino non si ferma qui e non lesina una bacchettata all’operato dei solerti vigili che hanno elevato la multa. «Ritengo infatti – aggiunge Sala – che la polizia locale debbe avere ben altre priorità come quelle di garantire la sicurezza e il decoro della città». Poi l’annuncio di volere andare sino in fondo. «Ho chiesto al segretario generale di avviare una indagine amministrativa – rivela il sindaco di Vigevano – che abbia come obiettivo quello di appurare nei dettagli l’accaduto e accertare se ed eventualmente di chi sono le responsabilità».

«Davanti a certe situazioni – conclude Sala – va usato prima di tutto il buon senso, che è sempre benvenuto e che deve essere prevalente in chi è demandato a fare rispettare le leggi». La multa è stata elevata due settimane fa, quando il centro storico era animati dal “mercatino dei sapori” e l’affluenza dei visitatori è stata considerevole. Da lì a pensare che un catino largo una trentina di centimetri e alto dieci potesse arrecare danno alla circolazione, in una zona per altro pedonale, ce ne corre. Ma non c’è stato nulla da fare: nonostante la sorpresa della barista gli agenti del comandante Pietro Di Troia non hanno voluto sentire ragioni. Sembra che lo stesso comandante non abbia preso bene il loro operato. Ora arriveranno le conseguenza. In più d’uno ha però letto in questa eccessiva rigidità del personale del comando di via San Giacomo il riflesso dei rapporti non propriamente distesi tra il comandante ed i suoi agenti (diverse sono state le iniziative sindacali soltanto nelle ultime settimane) e con l’amministrazione comunale.

Il ritorno al comando di Di Troia è coinciso con la reintroduzione della scheda che gli agenti devono compilare al termine del turno e nella quale devono indicare esplicitamente il numero delle contravvenzioni elevate. Un forte indirizzo insomma a fare cassa. Più volte interpellato in merito il comandante si è limitato a riferire di aver dato semplicemente attuazione alle direttive dell’amministrazione comunale in materia di sicurezza e rispetto delle norme del codice della strada.