Desio, i vicini di casa: "Apre la moschea? E noi ci trasferiamo"

La struttura dovrebbe essere costruita in un terreno ad angolo tra le vie Roma e Rossini. ma i residenti non ci stanno perché la zona sarebbe sconvolta da un bacino di utenza di migliaia di persone dalla città e da tutto il circondario. Si arroventa già anche il dibattito politico di Alessandro Crisafulli

Ramadan: fedeli in preghiera in una moschea

Ramadan: fedeli in preghiera in una moschea

Monza, 7 settembre 2014 - «Ah, bene, qui non ne sapeva niente nessuno. Un ottimo motivo per prendere e trasferirci a Milano». La notizia della possibilità, molto concreta vista la chiara apertura del sindaco Roberto Corti, della realizzazione di una supermoschea a Desio, in un terreno ad angolo tra le vie Roma e Rossini, lascia di stucco i residenti nella palazzina accanto e, in genere, del vicinato. 

Perché questa è una zona residenziale, nel quartiere Prati, costellata di palazzine e villette signorili. Una zona molto tranquilla che sarebbe in ogni caso sconvolta dalla realizzazione di un nuovo edificio a due piani da mille metri quadri ciascuno, con un potenziale bacino di utenza di migliaia di persone da Desio e da tutto il circondario. «Di qualunque religione possano essere -  dice un anziano - se arriveranno così tante persone, con moto, macchine e motorini, invaderanno qui, creando diversi problemi». Quelli che oggi si vivono nelle vicinanze delle due attuali piccole moschee di via Forlanini e via Vercesi, in altrettanti scantinati di circa 200 metri quadrati. Eppure la comunità pakistana, che ci sta lavorando da anni per potersi finalmente ingrandire e gestire meglio tutte le sue attività sul territorio, ha il progetto pronto. Pronti sarebbero anche i fondi per realizzarlo, visto che da un decennio in occasione di tutte le proprie feste e manifestazioni religiose di massa sono state portate avanti raccolte di soldi anche a questo scopo. Il terreno, oggi, è di proprietà di un costruttore desiano, lo stesso che ha edificato la palazzina attigua. Singolare che il terreno sia rimasto di proprietà della stessa famiglia, che lo ha recintato con siepi alte fino a 6-7 metri, ha scavato dentro una piccola piscina e piantato degli ulivi. 

«Spesso ci fanno girare anche un cavallo - racconta un vicino -. Da un po’ però e semiabbandonato». Infatti, sono cresciute fitte sterpaglie. Forse un segnale che le intenzioni sono proprio di cambiarne la destinazione d’uso, come richiesto dall’associazione dei pakistani, per adibirla a «servizi per il culto». Il leader della comunità islamica locale, Muhammad Ashraf Khokhar, volto noto e apprezzato in città per le sue tantissime iniziative pubbliche a favore del dialogo e dell’integrazione, per ora non parla. Troppo preso da una fitta agenda di appuntamenti. Probabile che stia anche definendo alcuni aspetti proprio per portare a compimento il progetto. A Desio, intanto, il tema tiene banco: se ne parla nelle strade e nelle piazze, anche quelle virtuali dei social network. Tra favorevoli e contrari è un bel duello.

Intanto, si arroventa già anche il dibattito politico. La Lega Nord ha deciso di mobilitarsi in maniera perentoria sulla questione. La sezione locale sta mettendo a punto una raccolta firme, che verrà lanciata settimana prossima. Un documento con il quale il Carroccio inviterà la Giunta a respingere l’osservazione al Pgt che chiede la possibilità di realizzare la moschea e proporrà di lanciare un referendum sul tema, ascoltando il parere dei cittadini. E non è tutto:  spulciando tra le pieghe delle osservazioni al Pgt ecco che spunta un’altra osservazione ufficiale pro islamici, questa volta relativa alla moschea di via Vercesi. A firmarla, un po’ a sorpresa, Giosuè Addamiano, noto imprenditore brianzolo artefice del Polo tecnologico della Brianza: «La mia è un po’ una provocazione ma ha un fondo di verità -  spiega -. C’è quell’edificio in via Vercesi del tutto fatiscente, degradato, dove pregano e fanno le loro cose centinaia di persone. Siccome non è destinato a luogo di culto, lo si faccia diventare tale, mettendolo però a norma e in sicurezza. Se succede un incendio là sotto, cosa succede?». Le stesse identiche problematiche che ci sono anche nell’altra moschea di via Forlanini e che magari non ci sarebbero più nella nuova, moderna e sicura «super moschea». Adesso si attendono le risposte ufficiali della Giunta, mentre il dibattito proseguirà di certo a lungo. 

di Alessandro Crisafulli