"Il razzismo è una brutta storia", l'album registrato dai detenuti con il rapper Kiave

L'obiettivo del disco, disponibile in freedownload, è quello di ''contrastare le discriminazioni e favorire coesione attraverso la musica rap". Kiave: "Dopo aver condiviso con alcuni ragazzi detenuti la mia passione per l'hip hop e la scrittura, finalmente sono usciti gli 8 pezzi che abbiamo registrato proprio in carcere"

I detenuti della Casa Circondariale di Monza insieme al rapper Kiave

I detenuti della Casa Circondariale di Monza insieme al rapper Kiave

Monza, 16 ottobre 2014 -  "Il razzismo è una brutta storia" è questo il titolo dell'album scritto e registrato nel carcere di Monzache contiene otto brani con storie di vita vera frutto di un workshop interno alla casa circondariale di San Quirico, grazie alla collaborazione di Mirko Kiave, rapper e freestyler calabrese. Il disco contiene canzoni in italiano, inglese e spagnolo e ha l'obiettivo di ''contrastare le discriminazioni e favorire coesione attraverso la musica rap''.  Negli ultimi mesi Kiave è stato infatti protagonista di una serie di workshop presso la Casa circondariale dove ha condiviso con alcuni detenuti la sua passione per l'hip hop e la scrittura. Incontri incentrati soprattutto sul confronto, sull'importanza della parola e sull'uso della comunicazione scritta e verbale.

L'intervento del rapper cosentino si inquadra nell’ambito del progetto "La biblioteca è una bella storia", iniziativa che promuove incontri e laboratori sui temi dello storytelling, dell’espressione creativa e dell’identità. Gli incontri con Kiave sono stati un momento importante per i ragazzi che, lavorando sulle proprie storie di vita, hanno scritto e registrato gli otto pezzi dell’album. "Dopo aver condiviso con alcuni ragazzi detenuti la mia passione per l'hip hop e la scrittura, finalmente sono usciti gli 8 pezzi che abbiamo registrato proprio in carcere - ha spiegato l'artista -. Logicamente la realizzazione dei video e delle tracce è tutta a budget zero, quindi non aspettatevi nulla di tecnicamente impeccabile, ma penso che in questo caso siano importanti il contenuto, la passione, le parole e l'attitudine di chi ha scritto. Sono contento del fatto che il progetto stia prendendo piede, e continuerà sia nel carcere di Monza che in altri carceri".