Killer del tallio, no alla perizia: "Una lucida mente criminale"

Monza, il gip respinge la richiesta del legale: può subire il giudizio

ORRORE A sinistra Giovanni Battista Del Zotto una delle vittime Al centro il nipote Mattia

ORRORE A sinistra Giovanni Battista Del Zotto una delle vittime Al centro il nipote Mattia

Nova Milanese (Monza), 16 dicembre 2017 - Nessuna perizia psichiatrica sulla capacità di stare a giudizio per Mattia Del Zotto. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Monza Federica Centonze per il ventisettenne che ha confessato di avere avvelenato con il tallio, aggiunto all’acqua nelle bottiglie di plastica riposte in cantina, quattro nonni, tre zii e la badante, uccidendo i genitori e una sorella di suo padre.

La richiesta di accertamenti psichiatrici era stata presentata dal difensore dell’indagato di omicidio e tentato omicidio plurimi e premeditati, l’avvocato Silvia Letterio, al termine dell’interrogatorio di garanzia del giovane. Secondo il legale, prima di qualsiasi altra iniziativa difensiva, è necessario comprendere se Mattia Del Zotto «sia in grado di rendersi conto di quello che gli sta accadendo», dopo avere pianificato l’eliminazione di tutti i parenti più prossimi e dopo che, rinchiuso dietro le sbarre, non ha domandato notizie di nessuno, nemmeno dei genitori e l’unica sua richiesta sono stati alcuni libri sull’ebraismo, la religione a cui si era convertito da un paio di anni.

Dalla Procura di Monza era arrivato parere negativo alla perizia sulla capacità di stare a giudizio, a firma del pm Carlo Cinque titolare dell’inchiesta. Secondo gli inquirenti, infatti, il giovane mostra una «lucida mente criminale». Intanto Mattia è stato trasferito dalla cella al reparto psichiatrico dell’ospedale San Gerardo di Monza per essere sottoposto ad una valutazione del suo stato mentale. Unaprocedura ordinaria, che si segue per tutti i detenuti al loro ingresso nella casa circondariale, dicono dal carcere. Nulla a che fare quindi con la linea difensiva, fin qui basata sulla verifica delle condizioni mentali del reoconfesso, il cui caso per gli inquirenti e per il giudice per le indagini preliminari non va rubricato sotto il capitolo della follia.