Seveso, Fratel Ettore diventerà Beato

A ottobre partirà il processo per il protettore dei senzatetto

Fratel Ettore con suor Teresa

Fratel Ettore con suor Teresa

Seveso (Monza e Brianza), 29 agosto 2016 - Fratel Ettore sarà Beato. Se ne parla dal febbraio 2003, ma questa volta è ufficiale: lo ha annunciato suor Teresa Martino alla commemorazione dei 12 anni dalla sua scomparsa. L’evento di sabato scorso ha visto molte persone radunate a Casa Betania, in corso Isonzo, nella chiesa dove il camilliano Ettore Boschini riposa in una bara. La messa è stata celebrata da monsignor Paolo Martinelli, vescovo ausiliario e vicario pastorale per la vita consacrata. I parroci di Seveso hanno ricordato l’opera dell’ultimo degli ultimi, come amava definirsi.

"La vita di Fratel Ettore - ha detto monsignor Martinelli - è la dimostrazione che, se diciamo sì alla grazia, siamo in grado di fare cose che sono superiori alle nostre capacità". Al termine della funzione religiosa suor Teresa Martino ha letto la preghiera per la beatificazione di Fratel Ettore. "Il processo dovrebbe iniziare a ottobre - ha spiegato la sua erede spirituale -. Seguo con gioia la pratica, perché ho avuto il privilegio di vivere per anni al suo fianco conoscendo la sua purezza e santità". Suor Teresa ha avuto un’estate intensa, lo scorso giugno a Bucchianico, paese natale di San Camillo de Lellis.

Ha partecipato all’inaugurazione della piazza dedicata a Fratel Ettore, "il gigante della carità", come lo chiamava il cardinale Martini. Attualmente a Seveso a Casa Betania vivono una quarantina di ospiti, a cui si aggiungono una ventina di profughi del Bangladesh accolti nella struttura, la scorsa estate, su richiesta della Prefettura di Monza. La Conferenza episcopale lombarda ha dato nel 2003 il via libera all’avvio dell’iter per la causa di beatificazione di fratel Ettore Boschini (1928-2004), il religioso camilliano che per decenni si è preso cura dei senza fissa dimora alla Stazione Centrale di Milano.

Fratel Ettore decise di dedicare loro la vita la notte di Natale del 1977, quando si recò al dormitorio pubblico in viale Ortles a Milano con bottiglie di spumante e panettoni per festeggiare le feste con i diseredati dallo sguardo sconvolto. Solo uno se ne stava in disparte. Si avvicinò e vide che aveva i piedi congelati per le scarpe marce e rotte. Non aveva nemmeno le calze. Si sfilò le proprie e le offrì a quel derelitto: "Mettile tu, se non hai schifo". Quella notte se ne tornò a casa con le scarpe luride del barbone, ma dal giorno dopo fu tutto per loro. Oggi esistono rifugi a Seveso, ad Affori, a Colle Spaccato di Bucchianico (Chieti), a Grottaferrata (Roma) e a Bogotá, in Colombia.