Dagli anni del "muretto" passando per la malattia: ecco "Stato Brado", il disco di Jangy Leeon e Truman Simbio

Due amici accomunati da un innato talento per il rap. E Milano in sottofondo. Nel mezzo ci sono stati i lunghi anni di “rodaggio” in San Babila e una malattia ingombrante che, in più occasioni, ha rischiato di mandare all’aria tutti i loro progetti

Jangy Leeon & Truman Simbio

Jangy Leeon & Truman Simbio

Milano, 13 ottobre 2015 - Cassa rullante, basso e campione. E’ questa la carta d’identità di “Stato Brado”, il nuovo album di Jangy Leeon e Truam Simbio. Tre elementi che basterebbero da soli a Jangy Leeon & Truman Simbiospiegare la carica nostalgica di un progetto che affonda le radici nella più autentica tradizione hip hop con una tale consapevolezza da far assumere al progetto i connotati della novità più fresca. Un manifesto del rap underground in cui non manca l’autoironia, dove il lato politicamente scorretto di Truman assume sembianze sui generis e il timbro vocale ruvido di Jangy si esalta anche grazie all’alternanza con il flow pulito del socio. Gianluca e Jacopo si conoscono da adolescenti in un’epoca in cui Milano era l’epicentro di quel fenomeno chiamato hip hop. Sessioni di writing, jam e battle di freestyle erano all’ordine del giorno. Un appuntamento fisso con la passione.

Che aria si respirava a Milano in quegli anni? Jangy Leeon: “Eravamo agli inizi. Nelle orecchie i dischi di 2Pac e Lauryn Hill. Il nostro punto di riferimento era ‘il muretto di San Babila’. Ci si trovava lì per improvvisare e fare freestyle”.

Truman Simbio: “Erano i primi anni Duemila, ascoltavamo le ‘Sacre Scuole’ e scovavamo sempre le ultime uscite americane. Per me ‘il muretto’ è stato come scoprire l’America. C’erano Fedez, Emis Killa, Cianuro, Piuma e moltissimi altri. Trascorrevamo lì tutti i pomeriggi, per me esisteva solo quello”.

Come vi siete conosciuti? Jangy Leeon: “Entrambi abitavamo a Noverasco. Io frequentavo il Liceo Artistico e mi dedicavo al writing mentre Truman era già molto dedito al rap. In termini di lessico aveva già un ottimo bagaglio. Fu lui a spronarmi nello scrivere testi”.

Truman Simbio: “Diciamo che Jangy era meno dentro le ‘segrete cose’ così gli ho dato una mano”.

Ma come è scoccata la passione per il rap? Truman Simbio: “Il primo tape di freestyle che ascoltai fu lo scontro in quattro barre Ensi VS Mondo Marcio durante un contest di ‘Tecniche Perfette’ del 2003. Tutto è partito da lì”.

 
I due rapper Jangy Leeon e Truman Simbio

Ed è partito alla grande visto che Emis Killa, nel suo libro “Bus 323” ti ricorda come un “genio del freestyle”… Truam Simbio: “Credo che Emis si riferisca all’aspetto affettivo che ci legava a quei tempi, più che a quello professionale. Ma ammetto che io e lui eravamo molto forti e, in quegli anni, il livello era davvero altissimo. Apprezzo il fatto che abbia scelto di citarmi nel suo libro anche se adesso il suo modo di fare rap è lontano dai miei gusti; è drasticamente cambiato, come se avesse scelto di cambiare sport. Resta il fatto che abbiamo condiviso un periodo importante della nostra vita e lui godeva davvero del rispetto di tutti quanti. Era uno che faceva freestyle persino in coda al McDonald's”.

E con Fedez? Nell’ambiente si dice che lui abbia preso da te il suo modo di “rappare”. E così? Truman Simbio: “Con Federico ci siamo frequentati molto tra il 2007 e il 2008. Non saprei dire se lui abbia fatto sua la mia tecnica. In strada non ci sono maestri si cerca solo di assimilare quello che si può. Devo però ammettere che metricamente e timbricamente lui è simile a me. Negli anni, infatti, ho cercato di rivoluzionare la mia metrica, sforzandomi di adottare un metodo diverso. E il mio modo di rappare in “Stato Brado” ne è un esempio lampante”.

Jangy Leeon: “Posso confermare che all’epoca Truman era un punto di riferimento importante per i ragazzi del ‘muretto’. Era molto brillante e per questo veniva apprezzato da tutti”.

A distanza di anni avete deciso di riunirvi per dar vita al progetto “Stato brado”. Cosa vi ha mosso nell’intraprendere questa avventura? Truman Simbio: “Sicuramente l’amore per questa musica. L’intero album è molto ‘old school’. L’obiettivo era proprio quello di recuperare il ‘beat boom bap’ degli anni Novanta risalendo all’essenza dell’hip hop grazie a tre elementi fondamentali: cassa rullante, basso e campione. Il lavoro di produzione è durato all’incirca due anni e al progetto hanno collaborato anche beatmaker di livello internazionale capaci di attualizzare un suono underground come Wego FTS, già parte dell’etichetta Mad Soul Music, Weirdo e Res Nullius dei Crazeology, Nero, i cui beat sono stati usati anche da membri del collettivo hip hop statunitense Army Of The Pharaohs, e Low Kidd, artista del roster Machete”.

Jangy Leeon: “Le sonorità del disco riproducono infatti quell’immaginario tipico della ‘golden age’ e, anche se non mancano alcune rivisitazioni in chiave più moderna, l’intento era quello di riprendere da dove eravamo partiti. Lo stesso titolo “Stato Brado” riflette appieno la nostra attitudine a un tipo di liricismo selvaggio”.

La realizzazione del progetto però ha avuto un po’ di intoppi a causa dei problemi di salute di Truman? Jangy Leeon: “Truman negli anni ha dovuto combattere contro ingombranti disturbi psichici che hanno creato non pochi attriti anche fra di noi, costringendoci persino ad accantonare il progetto. Più volte abbiamo corso il rischio che tutto venisse cestinato ma, nonostante le sue vicissitudini di salute, ho sempre creduto fermamente nelle sue capacità artistiche e siamo riusciti a chiudere il progetto”.

In questo senso la traccia “Anormal” è una sorta di confessione? Jangy Leeon: “Questo pezzo è una specie di ‘clown rapping artistico’ in cui Truman non fa certo segreto di quelli che sono i suoi limiti ein cui dichiara apertamente di essere bipolare. Ma lo fa con grande autoironia e con le doti che lo contraddistinguono. Lui riesce ad essere pienamente se stesso quando fa musica. Questo disco ne è la riprova”.

Appuntamento sabato 17 con il primo instore/listening party presso “Wag Milano shop” in via via De Amicis, a partire dalle 16.

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