Regole sulla sicurezza degli operai: sindacati in pressing sul post-Expo

E il caso dei pass negati finisce in tribunale: si cerca la conciliazione

PALAZZO Il padiglione del Kazakhstan che ospiterà nel 2017 una delle edizioni intermedie delle Expo è uno dei più visitati a Milano La struttura è ricoperta di placche di vetro che si illuminano di notte (Newpress)

PALAZZO Il padiglione del Kazakhstan che ospiterà nel 2017 una delle edizioni intermedie delle Expo è uno dei più visitati a Milano La struttura è ricoperta di placche di vetro che si illuminano di notte (Newpress)

Milano, 8 settembre 2015 - Regole nero su bianco sugli standard di sicurezza, i turni di lavoro, la salute degli operai nello smantellamento dei padiglioni di Expo. In gergo tecnico, un accordo di programma. È l’obiettivo che Cgil, Cisl e Uil contano di raggiungere prima che cali il sipario sull’Esposizione universale di Milano, per mettere ordine in un maxi-cantiere, quello della demolizione, che si preannuncia tanto complicato quanto quello della costruzione. I sindacati hanno presentato ieri la proposta in un primo incontro con il commissario generale di Expo, Bruno Pasquino, il diplomatico che tiene le fila dei rapporti con i Paesi ospiti dell’evento. L’accordo funzionerebbe sulla falsariga di quelli già sottoscritti negli anni passati per inquadrare i lavori di edificazione dei padiglioni e servirebbe ad aggirare la palude delle trattative con le singole aziende coinvolte negli appalti.

I tempi tuttavia sono stretti. Il piano di demolizione deve essere pronto prima della chiusura dell’evento il 31 ottobre. Lo smantellamento inizierà quasi in sordina, almeno all’esterno: solo il primo mese dovrebbe servire per il cosiddetto «spoglio», lo smaltimento di arredi, scenografie, allestimenti, cucine e impianti tecnici dei padiglioni. Da dicembre, invece, scatterebbe la fase due: la demolizione vera e propria di 54 padiglioni, più i cluster e la piastra (l’isola su cui sono appoggiate le infrastrutture), da concludere entro la fine di giugno 2016, scadenza entro cui i terreni devono essere riconsegnati puliti. Anche Expo spa starebbe lavorando a un primo vademecum da consegnare ai Paesi per abbozzare il piano di cantiere. Nelle prossime settimane le nazioni ospiti dovranno stabilire se offrire il proprio padiglione all’Italia, riportarlo in madrepatria o smantellarlo definitivamente.

Ma il destino dei palazzi non è l’unica incognita. Lo smaltimento dei rifiuti edili e il movimento terra, ad esempio, sono alcune delle attività più a rischio, dato che sono permeabili alle infiltrazioni mafiose. Saranno riattivati i protocolli di legalità, che già nella fase della costruzioni avevano fatto alzare le antenne alla Prefettura di Milano davanti ad aziende sospette e scattare le interdittive antimafia. Invece al Fisco toccherà definire che ne sarà degli eventuali ricavi dalla vendita di allestimenti e arredi, visto che tutto il materiale ospitato nelle aree dei Paesi stranieri è entrato in regime di esenzione Iva.

Nel frattempo per i sindacati si riapre anche la partita dei pass negati o ritirati per «questioni di sicurezza» a oltre 700 lavoratori dell’Esposizione universale, dopo il semaforo rosso della Questura di Milano. Da agosto è attiva una procedura di valutazione del parere negativo, tuttavia nei mesi precedenti alcuni lavoratori si erano visti strappare il contratto dalle aziende che li avevano assunti, poiché non potevano prendere servizio sul sito. Oggi si celebra la prima udienza di una delle tre cause aperte al Tribunale di Milano proprio in seguito ai licenziamenti. Expo potrebbe cercare da subito una conciliazione con il dipendente lasciato a casa, una mossa che potrebbe servire a definire un modello di accordo da applicare anche ad altre controversie. Settimana prossima il caso finirà davanti al Garante della privacy. «L’udienza entrerà nel merito del primo quesito sul trattamento dei dati personali», spiega Antonio Lareno, responsabile Expo per Cgil Milano. A fine luglio il Garante aveva intimato anche ai vertici di via Rovello di avere chiarimenti sull’uso di informazioni riservate di un lavoratore a cui era stato negato il pass di accesso.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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