Torna il segno più dopo anni di crisi: ora l’arredamento bussa all’estero

Fatturato in aumento. E il Salone del Mobile chiama nuovi mercati di LUCA ZORLONI

Salone del Mobile Milano Award

Salone del Mobile Milano Award

Milano, 31 marzo 2016 - Gli italiani tornano a comprare arredo. Merito di quel bonus mobili che gli industriali del settore, alla vigilia dell’edizione numero 55 del Salone del Mobile di Milano (che apre i battenti il 12 aprile al quartiere fieristico di Rho), hanno difeso nelle stanze dei bottoni di Roma, tanto da ottenere non solo la proroga al 31 dicembre di quest’anno, ma anche un’estensione dei beneficiari, che se sono giovani coppie sotto i 35 anni di età, possono ottenere un rimborso fino a 16mila euro per l’acquisto di arredamento ed elettrodomestici in caso di acquisto di una nuova casa. Risultato: l’anno scorso anche il mercato interno dell’arredamento ha rivisto una ripresa. E se il +1% di fatturato interno del settore va puntellato, l’associazione di categoria, Federlegno arredo, è al lavoro per aumentare il contributo del fatturato estero, che pesa per il 50% sui 24,9 miliardi di euro di valore aggiunto e che tra il 2014 e il 2015 ha segnato un aumento del 6,1%, nonostante la frenata delle vendite in Russia per l’embargo.

«Di venditori russi se ne vedranno al Salone del Mobile», assicura il presidente della manifestazione e di Federlegno arredo, Roberto Snaidero, «anche se negli anni abbiamo registrato una perdita del 30% dei volumi d’affari, dai 900-930 milioni di euro del 2008 l’anno scorso siamo scesi a 740-750 milioni di euro. Abbiamo sopperito con le vendite in Cina e negli Stati Uniti». Tuttavia, la partita non è risolta così, tanto che Snaidero tiene aperti i canali di comunicazione con il nuovo ambasciatore dell’Italia a Bruxelles, l’ex viceministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda, che ha chiari gli effetti delle sanzioni alla Russia sull’industria made in Italy. La sua strategia di puntare agli Stati Uniti ha premiato, visto che la sola filiera dell’arredo in un anno ha guadagnato il 22,4% in più e ha permesso di allargare lo spettro a Paesi vicini, come il Messico, «dove abbiamo segnato un +44% - osserva Snaidero - anche se i numeri sono ancora bassi». L’altra calamita è la Cina, vorace di divani (l’Italia è il primo Paese esportatore) e in un anno di economia ballerina capace di acquistare il 27,5% in più di arredo italiano rispetto al 2014. A novembre il Salone del Mobile debutterà a Shanghai per un’edizione speciale di sole aziende del Belpaese in trasferta nel Paese di mezzo. Mentre a luglio una missione di industriali dell’arredo tornerà in Iran, per consolidare commesse con una destinazione che oggi vale 23 milioni di euro di export ma con tassi di crescita del 32%. Una delegazione di Teheran, la prima ufficiale, è pronta a unirsi ai 300mila operatori attesi a Milano fino al 17 aprile, in un’edizione da 2.407 espositori (di cui il 30% stranieri) e in abbinata alla biennale cucina e bagno.

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