Torna in città la romena espulsa: "Stavolta ti faccio ammazzare"

Nuove minacce a Tommaso Murò. Sarà allontanata ancora di NICOLA PALMA

Tommaso Murò, il commerciante aggredito due volte

Tommaso Murò, il commerciante aggredito due volte

Milano, 13 aprile 2016 - L'incubo di Tommaso si è (ri)materializzato lunedì sera alle 19. «“È tornata”, mi ha detto il portinaio». E in effetti la romena che lo perseguita da due anni era al posto di sempre: seduta di fianco al bancomat di largo Carrobbio, una presenza fissa a tal punto che se ne trova traccia su Google Maps. «Non pensavo si ripresentasse così presto», racconta il signor Murò, che abita nella vicina via Stampa. Sì, perché lo scorso 21 febbraio, proprio a seguito di due aggressioni in serie denunciate dal trentatreenne al Giorno (e a suo dire commissionate dalla donna a un amico), la senzatetto di 40 anni era stata rispedita nel Paese d’origine: «Il rimpatrio è avvenuto nonostante si tratti di una cittadina europea per via della sua pericolosità sociale», aveva spiegato in quell’occasione Maria Josè Falcicchia, dirigente dell’Ufficio prevenzione generale della Questura.

Diciannove giorni dopo, rieccola a Milano. «Appena mi ha visto – ricostruisce Tommaso – mi ha detto: “Stavolta faccio ammazzare te e il tuo cane”. Allora ho chiamato subito il 112 per segnalare alla polizia il suo ritorno». Sempre nello stesso punto, in violazione del divieto di reingresso disposto dalla Prefettura. «Sono rimasto in commissariato quasi fino a mezzanotte: mi hanno assicurato che l’avrebbero rimandata indietro un’altra volta». Detto, fatto. Ieri mattina, da via Fatebenefratelli hanno comunicato il nuovo procedimento di allontanamento. «Mi sento sollevato – tira un sospiro di sollievo Tommaso – anche se ho sempre paura di ritrovarmela sotto casa la sera: spero che non succeda più in futuro». Quantomeno, aggiunge Murò, in questo periodo non si è fatto più vedere l’uomo che l’aveva assalito per due volte sul pianerottolo del suo appartamento. Il 7 febbraio il primo raid: «Una persona – ci aveva raccontato – è riuscita a entrare nel palazzo dove vivo e mi ha aggredito prima che riuscissi a raggiungere la mia abitazione. Ha preso l’ascensore con me e quando sono sceso al terzo piano mi ha spintonato con forza facendomi ruzzolare per le scale. Poi mi ha preso il portafogli e mi ha urlato “Lei ti ringrazia”». Duecento euro il bottino. Finita? Nient’affatto. «Venerdì 12 mi sono trovato lo stesso uomo davanti alla porta: mi ha dato un pugno al volto facendomi cadere e poi mi ha stretto attorno al collo una fascetta da imballaggi. Mi ha colpito ancora in faccia, quindi si è alzato e mi ha detto ridendo “Lei non era contenta del lavoro che ho fatto domenica, voleva un altro ritocchino...”.

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