"Io, musulmano e il mio presepe"

"Il significato del mio presepe: cosa c’è di più bello che trasmettere un messaggio d’amore, che va oltre le differenze?"

Hassan El Habiby, 56enne, musulmano, accanto al suo presepe

Hassan El Habiby, 56enne, musulmano, accanto al suo presepe

Milano, 28 dicembre 2015 - Gesù Bambino nella capanna, tra Maria e Giuseppe. Il bue, l’asinello, le pecore, un fuocherello in lontananza. Un presepe come tanti, semplice e poetico. È in bella vista all’ingresso del ristorante “Lungo la notte”, in via Lodovico il Moro. E ad allestirlo è stato il titolare Hassan El Habiby, 56enne, musulmano. Una scelta che ha suscitato stupore: diversi clienti sono rimasti a bocca aperta. Come mai c’è un presepe in un locale gestito da un musulmano? La domanda che Hassan si è sentito rivolgere decine di volte, in questi giorni. «I valori che ci uniscono sono gli stessi: pace e amore. Gesù viene sulla terra a portarci questi doni, come messaggero di Dio. E nel Corano c’è una parte dedicata a Maryam, Maria», risponde.

Sorride, è lui a stupirsi dello stupore. Ma allora qual è la differenza? «Per noi Gesù non è il figlio di Dio ma un profeta. Al di là di questo: c’è sempre rispetto per questa figura. Il mio intento è soprattutto quello di evidenziare i valori che ci uniscono, in nome dell’umanità. Dio è unico, in qualunque modo lo si chiami. Il mio nonno paterno era un Imam, mi ha sempre insegnato la tolleranza. E seguo il principio di Voltaire: anche se talvolta non condivido le idee altui, farei di tutto perché tutti possano esprimersi». Poi continua: «Un amico mi ha dato del ruffiano», come se il presepe fosse un modo per accaparrarsi clienti. «Ma non è così. Il mio è un gesto spontaneo, ho sentito di farlo». Nato in Egitto, Hassan El Habiby è a Milano da 33 anni. Ha una moglie («casalinga, laureata in filosofia») e tre figli, due femmine laureate in Lingue e letterature straniere («una sta frequentando un Master alla Sorbona») e un ragazzo che, dopo la scuola alberghiera, ha deciso di aiutare il papà al ristorante. Specialità: carne piemontese.

È la prima volta che Hassan realizza un presepe nel suo locale, «fino all’anno scorso non avevo molto spazio. Poi mi sono ampliato», racconta. E svela che il giorno di Natale è rimasto incollato alla televisione per guardare “I dieci comandamenti” di Roberto Benigni. «Dopo una giornata di lavoro faticosissima, mi si chiudevano gli occhi ma non volevo addormentarmi. Ogni tanto mi alzavo e mangiavo un mandarino. Il comandamento preferito? Quello dell’amore, che li racchiude tutti. È il significato del mio presepe: cosa c’è di più bello che trasmettere un messaggio d’amore, che va oltre le differenze?».

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