Maran: squadra ad hoc e 500mila euro per blindare gli edifici abbandonati

L'assessore comunale all’Urbanistica nella Giunta di Giuseppe Sala: in città 180 stabili in disuso, già avviate 12 riqualificazioni

L'assessore Pierfrancesco Maran (Newpress)

L'assessore Pierfrancesco Maran (Newpress)

Milano, 9 gennaio 2017 - La morte di Marek Idziak, senzatetto polacco di 65 anni, nel cantiere di via Antegnati ripropone il problema degli edifici incompiuti, in disuso, abbandonati che scandiscono le periferie della città finendo col diventare dormitori di fortuna, come nel caso di Idziak, o ritrovo di tossicodipendenti come pare fosse il caso del 37enne italiano trovato morto, sempre in via Antegnati, ad ottobre del 2015. Il Comune di edifici abbandonati ne ha contati 180. Nel 2014 Lucia De Cesaris, allora vicesindaco con delega all’Urbanistica, fece approvare un regolamento edilizio che si proponeva anche di mettere fine al degrado senza tempo di strutture ed aree della città. A raccoglierne l’eredità è stato Pierfrancesco Maran, assessore comunale all’Urbanistica nella Giunta di Giuseppe Sala.

Maran, dal 2014 ad oggi che è stato fatto per recuperare edifici e aree dismesse?

«Innanzitutto abbiamo provveduto a mappare gli stabili in disuso per capire le dimensioni esatte del problema. E ne abbiamo contati 180. Oltre alla mappatura abbiamo intensificato i contatti con i proprietari privati di alcuni di questi edifici e in 12 casi sono già partite le procedure edilizie necessarie ad avviare il recupero di altrettanti stabili. Un segno che la nostra attività sta trovando un riscontro tra i privati. E per il 2017 abbiamo in animo altre iniziative».

Un passo alla volta. Quali sono i 12 stabili per i quali è iniziato l’iter di recupero?

«In via Adamello 7 saranno realizzati due edifici per uffici e la “piazza delle Arti”, in via Bruni 10 è stato riavviato l’iter per un edificio residenziale, in via Noto 10 ci sarà spazio anche per attività artigianali. Quindi la Torre Galfa che in parte diventerà un hotel di lusso e in parte ospiterà appartamenti. Ancora, la proprietà dell’ex cinema Luce di corso XXII Marzo ha presentato una “Scia” per intraprenderne la riqualificazione, così come sarà risisitemata e convertita l’ex sala cinematografica in largo Augusto. Nell’area ex Caproni di via Mecenate 79 ci sarà, invece, un mix tra laboratori, ricettività alberghiera, attività produttivo-commerciali, in via Cassinis 73 “Ferservizi” ha provveduto all’intervento di pulizia e messa in sicurezza dopo una nostra diffida. Un’altra diffida è stata emessa in via Boncompagni 101, infine via De Castiglia 23 e, soprattutto, tengo a sottolineare il caso della Rsa del quartiere Adriano: il curatore fallimentare ha trovato un privato che ha acquisito la struttura e la porterà a termine».

Che intendete fare nel 2017?

«Abbiamo da tempo istituito un fondo comunale da 500mila euro coi quali andare a mettere in sicurezza gli stabili abbandonati senza aspettare l’intervento della proprietà privata. Un fondo per gli interventi-tampone, che i proprietari degli stabili dovranno poi rimborsarci. Finora non abbiamo potuto usare queste risorse per via delle traversie del codice degli appalti, ora le useremo: entro i primi sei mesi del 2017 lanceremo un appalto da 500mile euro per la messa in sicurezza preventiva degli stabili più degradati. E a gestire questo appalto e ad occuparsi dell’individuazione degli strumenti normativi che il Comune può mettere in campo sarà un nuovo ufficio che andremo a creare all’interno dell’amministrazione. Un ufficio dedicato esclusivamente al recupero degli edifici dismessi. Pensiamo ad una squadra di cinque persone. Il tema non è tanto quello dell’intervento pubblico perché il Comune non può provvedere alla messa in sicurezza di tutti i 180 stabili abbandonati. Il tema è esercitare una giusta pressione sul privato e dare al privato gli strumenti migliori per agire. Spesso ci troviamo di fronte imprese in crisi economica se non già fallite».

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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