La Posta Elettronica Certificata governativa, bilancio di un fallimento silenzioso

Rivoluzione digitale liquidata da luglio. C'è tempo solo fino al 17 settembre per salvare i messaggi ricevuti

Doveva semplificare i rapporti amministrativi, la Pec ha fallito l'obiettivo

Doveva semplificare i rapporti amministrativi, la Pec ha fallito l'obiettivo

Milano, 19 agosto 2015 - Nel 2010 era stato il cavallo di battaglia dell'allora ministro alla Funzione Pubblica Renato  Brunetta. Doveva essere il passpartout capace di aprire le porte dell'era digitale a tutti gli italiani. La rivoluzione 2.0 nei rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione. E' la Pec, la Posta Elettronica  Certificata introdotta dall'Agenzia per l'Italia Digitale, che oggi va in pensione in modo strisciante e silenzioso, per non dire fallimentare. La fine di una breve epoca. Il tramonto di un'utopia che nei progetti dell'allora ministro avrebbe dovuto  identificare almeno 10 milioni di persone e diventare uno strumento di comunicazione univoca per  tutte le istituzioni nazionali.

Invece la Cec Pac, la “postacertificata.gov.it” già qualche mese fa è stata ufficialmente posta in  liquidazione. E' cessata nel mese di luglio, dopo aver accumulato un bilancio economico di circa 50 milioni di costi e un bilancio operativo davvero desolante. Ma quel che conta è che nessuno ne ha  sentito la mancanza. Le caselle attive dal momento del lancio dell'iniziativa sono state 1,7 milioni, ma di queste l'82% non ha mai né spedito né ricevuto un messaggio certificato. Forse ad eccezione dei messaggi con i quali il provider sta avvertendo della progressiva disconnessione.

La Posta Certificata, capace in tutto e per tutto di sostituire la tradizionale raccomandata cartacea, non è mai decollata. Intanto perché il servizio gratuito “postacertificata.gov.it” è stato pensato solamente per garantire i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione. Impossibile inviare una raccomandata ad altri cittadini o imprese. Inoltre, a quanto risulta, numerosi enti pubblici, tra i quali anche le Regioni, hanno attivato il servizio con estremo ritardo, rendendo vani anche gli sforzi dei cittadini. Già, perché la complessità del sistema di adesione, che implicava anche una visita agli sportelli delle Poste per l'identificazione e il rilascio del Pin, ha indotto molti potenziali utenti a non completare la procedura di identificazione. Sono stati almeno 500mila i richiedenti che non si sono mai identificati.

La procedura di dismissione è cominciata nel dicembre scorso da quando non sono state più rilasciate nuove caselle Cec-Pac. Fino al 17 luglio 2015 le caselle sono state mantenute attive solo in modalità di ricezione. Per il salvataggio dei messaggi ricevuti c'è tempo solo fino al 17 settembre perché dal giorno successivo sarà definitivamente inibito l’accesso alla propria caselle Cec-Pac.Dal 18 Marzo 2015 tutti gli utenti Cec-Pac possono richiedere una casella Pec tradizionale, ma  gratuita per un anno, tramite l’indirizzo richiestapec@agid.gov.it.

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