In biblioteca una mostra sulla vita dei trans. I contrari: basta con l’ideologia gender

“Il tuo tabù è la mia famiglia”. Così s’intitola la mostra che sarà inaugurata mercoledì prossimo alla biblioteca rionale Crescenzago di via Don Orione 19 di Marianna Vazzana

Una delle foto in via Don Orione, a cura di Valeria Abis

Una delle foto in via Don Orione, a cura di Valeria Abis

Milano, 29 ottobre 2015 - “Il tuo tabù è la mia famiglia”. Così s’intitola la mostra che sarà inaugurata mercoledì prossimo alla biblioteca rionale Crescenzago di via Don Orione 19, tra via Palmanova e via Padova. Tocca un tema spinoso: la vita di persone transessuali e transgender, immortalate nella quotidianità. In salotto, in cucina, sul letto. Coi genitori o coi compagni. Qualcuno stringe tra le braccia animali domestici come un coniglio o un cagnolino. Sorrisi, sguardi malinconici, abbracci. I pannelli sono frutto di un progetto fotografico, un lavoro di sensibilizzazione e informazione sulla transessualità, «svincolandola dalla “prostituzione”, dove è perennemente confinata. Spesso, infatti, la conoscenza della realtà transessuale e transgender è limitata, poco approfondita e fortemente influenzata da pregiudizi e stereotipi», si legge sulla presentazione. Invece «molte persone transessuali hanno un lavoro, un famiglia e degli amici. Esattamente come tutti noi», recita la locandina. Il progetto è promosso da Ala Milano Onlus (nata negli anni ’90 per supportare la lotta all’Aids) in partnership con la Casa di Diritti del Comune. Mercoledì alle 18.30 ci sarà la presentazione ufficiale dell’esposizione, curata da Valeria Abis, visitabile fino a lunedì 30 novembre. I pannelli erano già stati collocati nella biblioteca rionale di via San Domenico Savio, in Zona 5, e di via Oglio, in Zona 4.

«Ci piacerebbe portare la mostra in tutte le nove zone, a rotazione – spiega Antonia Monopoli, responsabile dello Sportello trans di Ala Onlus –. In tutto sono state realizzate 12 foto, che ritraggono altrettanti protagonisti. Sono stati loro, per primi, a voler lanciare un messaggio positivo, a mostrare la loro vita quotidiana, le relazioni con i loro cari, con le famiglie di origine e coi loro compagni. E non l’emarginazione. Ogni anno, il 20 novembre si commemorano le vittime di transfobia a livello mondiale. Con questa mostra diamo il nostro contributo». Non tutti, però, accolgono di buon grado l’evento. In Zona 2 si è scatenato un polverone.

«Siamo di fronte a un’iniziativa di mero indottrinamento ideologico e sessuale in un luogo frequentato da bambini quale la biblioteca Crescenzago», sottolinea Samuele Piscina, capogruppo della Lega Nord in CdZ 2. «La famiglia - precisa - è e rimane quella tra uomo e donna. Pur non discriminando i rapporti tra persone Lgb, chiamare famiglia un’unione con persone transessuali o dello stesso sesso è un vero e proprio insulto nei confronti della vera famiglia tradizionale.La sinistra dovrebbe pensare ai numerosi problemi di Milano». Anche Forza Italia incalza. «Per noi - dice il capogruppo Marzio Nava - l’unica famiglia esistente è quella tra uomo e donna ed è quella rilevante giuridicamente come enunciato esplicitamente dall’articolo 29 della Costituzione . Mi piacerebbe che il 4 novembre in biblioteca (anziché il convegno e la mostra di dubbio gusto) si ricordasse la vittoria nei confronti degli austroungarici, l’armistizio e la fine della guerra». Ma «la Lega – ribatte Yuri Guaiana, presidente della commissione Commercio del CdZ, sensibile alla tematica – vive in un mondo di fantasie illusorie, crede di avere il potere di stabilire chi sia famiglia e chi no e crede in inesistenti teorie gender. Nel mondo reale ci sono persone che si vogliono bene e che meritano di vedere riconosciuti i loro diritti a prescindere da orientamento sessuale, identità o espressione di genere. Noi stiamo con queste persone».

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