Immortali Iron Maiden, 10mila fan in delirio al Forum / FOTO

Ovazioni da stadio per i padri del metal e, in particolare, per il cantante Bruce Dickinson, reduce da una difficile operazione alla gola

Iron Maiden in concerto (Cardini)

Iron Maiden in concerto (Cardini)

Milano, 23 luglio 2016 - «Maiden, Maiden». Il coro si leva alto e forte dopo appena tre canzoni e Bruce Dickinson quasi si commuove. Il ritorno sul palco del Forum di Assago degli Iron Maiden manda in delirio i 10mila fan accorsi venerdì sera nell’arena “sold out” da mesi. Tutto come previsioni della vigilia. La band inglese supera a pieni voti le due incognite dello show di fronte al pubblico italiano: le condizioni della voce di Dickinson dopo l’operazione alla gola per sconfiggere un tumore e l’impatto delle canzoni del nuovo album “The Book of Souls”.

Partiamo dalla prima. La prestazione del cantante è confortante. Certo, non arriva più alle punte liriche degli anni Ottanta, fa un po’ di fatica quando le note vanno più in alto, ma è il Bruce Dickinson di sempre. Un trascinatore. Corre, salta, si cambia d’abito più volte, gioca con la mascotte Eddie e gli strappa il cuore, fomenta i fan con il tradizionale grido «Scream for me, Milano!». Promosso. 

E veniamo alle canzoni del nuovo album. Ce ne sono sei in scaletta su un totale di 15. Tante. Il concerto, dopo la classica intro “Doctor Doctor” degli Ufo, inizia proprio con la prima traccia di “The Book of Souls”, “If Eternity Should Fail”, e con il verso “Here is the soul of a man”. Sì, al Forum c’è un uomo, anzi tutta una band, con una grande anima. Ma anche il nuovo album dimostra di averla. I fan della “Vergine di Ferro” cantano i ritornelli e si entusiasmano anche per il nuovo repertorio.

Su “Tears of a Clown”, dedicata all’attore scomparso Robin Williams, sullo sfondo del palco compaiono una serie di maschere. Come quella che poco dopo Dickinson indossa in “Death or Glory”, una maschera di scimmia. E il cantante invita i fan a muovere le braccia come le scimmie, ispirandosi a un verso della canzone. Ma il pezzo meglio accolto del nuovo album è sicuramente “The Red and The Black”, che ha un coro molto coinvolgente in perfetto stile Maiden. La canzone è una lunga cavalcata metal che non sfigurerebbe negli album classici della band registrati negli anni Ottanta, da “The Number of The Beast” a “Somewhere in Time”. Durante “The Book of Souls”, poi, compare sul palco Eddie e il delirio del pubblico è assicurato. Conclusione: i brani del nuovo album superano la prova degli esigentissimi fan del Forum. E anche la seconda incognita si trasforma in un successo. 

Il resto del concerto è tutto un susseguirsi degli inni che hanno fatto degli Iron Maiden uno dei gruppi metal più amati della storia: “Hallowed Be Thy Name”, “Fear of the Dark“, “Iron Maiden”, “The Number of the Beast”. Prima di “Blood Brothers”, Dickinson elogia il pubblico milanese, sempre fedelissimo alla “Vergine di Ferro”. E siamo arrivati all’ultima canzone dei bis, “Wasted Years”, che comparve nell’album “Somewhere in Time” datato 1986.

Ecco, trent’anni dopo, gli Iron  Maiden sono ancora qui, su un palco italiano, a far ascoltare la loro musica e a far divertire i loro fan. Dickinson è l’istrionico frontman, ma i suoi compagni di viaggio sono il cemento che ha tenuto insieme la band per così tanti anni: il bassista e fondatore del gruppo Steve Harris, i chitarristi Dave Murray, Adrian Smith e Janick Gers fino al sempre simpatico batterista Nicko McBrain. È giusto citarli tutti. I fan che urlano «Maiden, Maiden» li hanno sempre considerati così: un “gruppo di fratelli”.

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