Galleria, due sentenze opposte del Tar: bloccato metà spazio di Hugo Boss

Caos interpretativo, bando congelato. Il Comune: incomprensibile di NICOLA PALMA

La nuova mappa commerciale al centro della querelle

La nuova mappa commerciale al centro della querelle

Milano, 31 gennaio 2016 - Due sentenze opposte. Una dà ragione al Comune, l’altra gli dà torto. Risultato: caos interpretativo. A Palazzo Marino allargano le braccia: «Non riesco a immaginare come si possa dar seguito a questo pronunciamento del Tribunale amministrativo», ragiona l’assessore alla Casa Daniela Benelli. L’unica strada percorribile, al momento, è il ricorso in Consiglio di Stato per ribaltare il verdetto del Tar che ha bocciato a metà il bando per l’assegnazione degli spazi oggi occupati dal «Bar Sì» in Galleria Vittorio Emanuele. Proviamo a spiegarvi la questione senza farvi venire il mal di testa. Gli spazi in questione, pur se attigui, sono oggetto di due concessioni separate. La prima, rilasciata dall’amministrazione il 14 settembre 1999 (con scadenza fissata al 31 dicembre 2016) a Giulio Calacoci, riguarda l’unità immobiliare di via Pellico 6 - con affaccio nel Salotto - adibita a bar e gelateria; in seguito, la gestione dei locali passerà alla “Società Ristorante Bar Sì srl”, della quale proprio Calacoci risulta amministratore unico. E passiamo alla seconda concessione, che il 3 luglio 2006 viene rilasciata ancora a Colacoci, stavolta però nei panni di legale rappresentante della società “Libreria Internazionale Accademia Sas”. In poche parole, il titolare del Bar

Sì conquista la vetrina dell’ex libreria Remainders (fino al 2 luglio 2018) per ampliare l’esercizio; e sempre nel 2006 Calacoci verrà autorizzato dai proprietari di piazza Scala a creare un corridoio di collegamento al piano terra, così da avere di fatto un ambiente unico (con due insegne differenti). E arriviamo al 2011, quando la Giunta Pisapia vara nuove linee guida per la gestione degli spazi all’Ottagono. Uno dei principi cardine è la verticalità, incentrato sull’assegnazione a un unico concessionario di intere porzioni del complesso monumentale. Difficile da applicare nel caso del Bar Sì. Il Comune va avanti comunque: il 6 febbraio 2015 nega alla “Società Ristorante Bar Sì srl” il rinnovo della concessione in scadenza il 31 dicembre 2016; tre giorni dopo, arriva anche la revoca della concessione alla società “Libreria Internazionale Accademia sas”, fissando il rilascio a fine 2016 invece che al 2 luglio 2018. Da lì parte il nuovo bando: gara vinta da Hugo Boss. La famiglia Calacoci non ci sta e si rivolge al Tribunale amministrativo. Ed ecco la decisione dei giudici: legittimo il “no” al rinnovo per il Bar Sì, “irragionevole e sproporzionata” la scelta di mandar via la Libreria un anno e mezzo prima del previsto perché “in contrasto con il dovere di salvaguardare gli interessi privati”. Conclusione: il bando è salvo, ma Hugo Boss non potrà contare su piano terra e piano ammezzato. Una convivenza impossibile da immaginare. «Se questo è successo - attacca Benelli - lo dobbiamo al pasticcio ereditato e che oggi si riflette sul ricorso: un perfetto esempio della confusione gestionale della Galleria cui stiamo cercando di porre rimedio». Si va in Consiglio di Stato.

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