Lo studente saluta la sua prof morta di meningite: "Siamo energia, la vita non ha fine"

Martedì il funerale di Vittoria Patti, stroncata da un meningococco C

Vittoria Patti insegnava scienze

Vittoria Patti insegnava scienze

Milano, 14 febbraio 2017 - Questa mattina alle 11, nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice di via della Ferrera 11, tra la Barona e il Naviglio Grande, sarà celebrato il funerale di Vittoria Patti, l’insegnante di Scienze dell’Istituto Curie-Sraffa uccisa a 54 anni, giovedì scorso, da una sepsi da meningococco C. Poi la professoressa sarà sepolta al cimitero di Chiaravalle. «Se avete sia la voglia che la possibilità di venire con facilità siete i benvenuti, se dev’essere un sia pur minimo sacrificio per voi o per i vostri familiari vogliamo che diciate una preghiera o formuliate un laico augurio da casa vostra e stiate sereni di aver adempiuto il nostro desiderio. Non sto facendo cerimonie e sono sicuro che Vittoria mi sta sottoscrivendo alla virgola», ha scritto su Facebook Aurelio Romano, marito di Vittoria e padre dei suoi tre figli, Teresa di 25 anni, Maria di 24 e Giuseppe di 23. «Io - scrive il marito - mi vestirò come se dovessi fare una passeggiata al parco, voi vestitevi come avete voglia», e «non sentitevi obbligati a partecipare attivamente alla liturgia o all’Eucaristia: nessuno vi guarderà, nel senso di giudicarvi»: «Siamo alla celebrazione di Vittoria, una delle persone più libere e rispettose della libertà degli altri».

È stata una prof speciale «Pokankuni», che significa «imparare guardando gli altri» in una lingua indiana ed era il suo nickname da blogger, «internauta persa» che scriveva di scuola, amore, famiglia, fede (era soprannumeraria dell’Opus Dei). Una di quei professori in grado di lasciare il segno, ed è il caso di Federico, studente del primo anno all’Iis Curie-Sraffa «che, come la professoressa, ha scelto la biologia come “timone” del suo futuro». Sua madre Lina ha scritto al Giorno per far arrivare alla famiglia della professoressa Patti «il nostro cordoglio, un po’ particolare e carico di speranza... O almeno questo è stato il nostro obiettivo». Parole che leggete qui sopra, che Federico e sua madre sperano possano raggiungere i familiari della prof, «e, nel nostro piccolo, aiutarli un po’, sebbene sia difficile». Parole che sarebbero piaciute a lei, ispirate «dall’amore di Vittoria per la scienza». Quello che di sicuro aveva saputo trasmettere ai suoi ragazzi.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro